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mercoledì 10 ottobre 2012

La bellezza della quotidianità

Era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo lasso di tempo, poiché era l'ora di punta, è stato calcolato che 1.100 persone sarebbero passate per la stazione, la maggior parte di loro sull' intento di andare a lavorare. Passarono tre minuti e un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo, si fermò per alcuni secondi, e poi si affrettò per riprendere il tempo perso. Un minuto dopo il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna lanciò il denaro nella cassettina e, senza neanche fermarsi, continuò a camminare. Pochi minuti dopo qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma poi guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Chiaramente era in ritardo per il lavoro. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo invitava a sbrigarsi, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Infine la madre lo trascinò via ma il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi.

Nei 45 minuti che il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un po'. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Tirò su $ 32. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, né ci fu alcun riconoscimento.
Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei musicisti più talentuosi del mondo. Aveva appena eseguito uno dei pezzi più complessi mai scritti, su un violino del valore di $ 3.5 milioni di dollari. Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston, dove i post in media costavano $ 100. Questa è una storia vera.

Joshua Bell era in incognito nella stazione della metro, il tutto organizzato dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La prova era se in un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato? Una delle possibili conclusioni di questa esperienza potrebbe essere: Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?



Dopo aver letto questa storia e aver visto il video mi sono venute in mente alcune piccole riflessioni personali.
Nella quotidianità, definita da molti frenetica e piena di cose da fare, riusciamo ad accorgerci della bellezza che ci circonda? Una bellezza che viene prima di noi e continuerà ad esistere anche dopo di noi. Compreso l'ambiente, checché ne dicano gli ambientalisti radicali!
La bellezza intesa come gusto del bello, in tutto. I gesti di carità, i paesaggi, gli occhi del ragazzo/a che amiamo, il volontariato che agisce dietro le quinte...
Quando ci alziamo la mattina ci rendiamo conto di quante cose belle/buone stanno agendo anche se noi non lo sappiamo?

Un caro sacerdote diceva: "La bellezza è carica di una promessa". Ad esempio quando vedi una bella ragazza, è come se ti stesse facendo una promessa. Se non ti avvicini a lei, se non le parli, se non la scopri.. Continuerà a rimanere una promessa di qualcosa di bello, ma che non hai sperimentato. Gesù ci invita ad un rapporto, che è carico di una grande promessa. Sta a noi sperimentarlo!

Una cosa su tutte mi viene in mente. L'anno scorso sono stato a Torino come formazione del servizio civile, e fra le altre cose ho visitato il Cottolengo e il SerMig. Mentre le suore del "Cottolengo" ci parlavano sono stato veramente colpito dalla grandiosità dell'opera. Sia in termini pratici: l'opera ha un'estensione enorme, una città nella città. Inoltre la maggior parte delle entrate arrivano grazie alla Divina Provvidenza. A voce l'avevo già sentita, ma essere lì e vedere tutto con i tuoi occhi è veramente un'esperienza che ti apre gli occhi, e il cuore. Ora, ditemi se questa non è una bella cosa? Provate a dimostrarmi che qui non c'è una bellezza che merita di essere meditata.

Altri esempi che mi vengono in mente:
- La bellezza di una speranza cristiana: la vita eterna! Una speranza certamente di lungo termine ma sopratutto di adesso, nel nostro intimo già sperimentiamo stati d'animo infernali o paradisiaci. Vivere con una speranza sulla vita rende certamente più bella la quotidianità. La carica di senso!
- A fine giornata una cosa bellissima da fare è la Compieta, prima di andare a dormire è un'occasione per rivedere la giornata, il nostro rapporto con Dio, se siamo stati felici o siamo andati avanti per dovere. E perché no? Anche l'occasione per un breve esame di coscienza. Per meno di una vita piena, che senso ha la vita?
- Bellezza è anche fermarsi a contemplare qualcosa che suscita in noi delle belle emozioni, come una canzone (o LA canzone, e questo forse non tutti lo possono capire).
- Bellezza è un caro amico/a che ti chiama per chiederti come stai, nonostante tutti gli impegni
- Bellezza è un abbraccio, una frase che ti scalda il cuore
- Bellezza è decidere per chi spendere la nostra vita, per CHI facciamo quello che facciamo?

C'è una canzone che a me piace molto, si intitola "Fede è". Ecco una delle strofe:
Gioia è: è una stretta
di mano ad un amico,
è un amico che dice: "Io ti amo.",
è un amore, che sboccia per incanto,
è un incanto che esplode nella mente,
è amare colui che già, è tuo amico,
stringe la mano, e ti ama,
come un incanto, che ti esplode.

Un piccolo impegno che possiamo prenderci è di cercare di vedere le cose buone che ci capitano, e interpretare la realtà tramite degli occhiali di bellezza. Mt 18,3 "se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli".
Per concludere vi lascio qualche aforisma sulla bellezza, ne scrivo solo una che mi piace particolarmente. "La bellezza salverà il mondo" (cit. Fëdor Dostoevskij)
--> http://www.aforismario.it/aforismi-bellezza.htm

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Articoli in argomento: Il senso del quotidiano: Søren Kierkegaard e Chiara Luce Badano
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