Questo blog è stato un progetto a cura di Fabio Milocco, da molti anni ormai il blog non è più aggiornato anche se liberamente consultabile.
Le opinioni espresse negli articoli rispecchiano quanto l'autore ha pensato in quel tempo, non è detto che rispecchino l'attuale idea sulle cose. Grazie della comprensione.

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venerdì 30 ottobre 2009

Dov'è la Chiesa quando serve? (con tutti quei soldi poi..)

Domanda
Dove stanno le grandi opere della Chiesa o dei preti? Oltre alle mega cattedrali costruite per affermare più il potere temporale che non quello di Dio? Perché c'è l'impressione usi la ricchezza per se e non per gli altri?

Risposta
Chi non si è mai lamentato della presunta ricchezza che la Chiesa non vorrebbe condividere con noi? Ecco, cerchiamo di mettere in secondo piano le "discussioni da bar" e informiamoci sulla questione.
Innanzitutto prima di dire che la Chiesa non fa niente inviterei appunto riflettere e ad informarsi. È ovvio che i media e i giornali parlino della Chiesa, o meglio del Papa, solo quando gli fa comodo perché cercano audience e quindi pubblicità e quindi soldi (gira e volta si torna sempre lì purtroppo). Non per questo si può pensare "se non sento dalla televisione non ci credo".
Spero che questo articolo vi dia la voglia di andare a informarvi un po' prima di criticare a priori (vale per qualsiasi cosa).


Prendete una qualsiasi rivista, proprio qualsiasi, sfogliate le pagine di cronaca, sopratutto quelle relativa a disastri naturali (tsunami, terremoti, guerre...) e quelle dei disastri alle persone (rom, barboni, ragazzi di strada...). Leggete. Vi accorgerete che i primi ad accorrere dove c'è dolore, miseria, povertà sono preti, frati, suore e volontari cattolici.
Qualche esempio: è stato un prete pugliese a portare in Africa l'idea della "Banca dei cereali" (il raccolto che non serve per mangiare lo si deposita e lo si rivende attraverso una cooperativa), è stato un prete salesiano che ha portato i pioppi in Patagonia (barriere salva colture contro il terribile vento della Pampa), la CEI ha messo a disposizione per le famiglie colpite dalla crisi un fondo di 30 milioni di euro che potrebbero diventare 180 o più con l'aiuto delle banche, ecc. ecc. ecc. Dietro gli eccetera c'è tanto tanto tanto altro che qui per ragioni di spazio non metterò.

Noterella storica: le mega cattedrali non sono state costruite dai preti "per affermare il potere del clero" ma guarda caso dal popolo, che le ha fortemente volute e pure pagate. Le diverse corporazioni di una città decidevano, poi facevano a gara con le altre per avere la cattedrale più bella. Rappresentano quindi la massima espressione della cultura medioevale. Erano, tra l'altro, sede per riti di carattere popolare, di riunione per le corporazioni, vi si teneva il mercato.. Addirittura venivano rappresentati spettacoli satirici che prendevano in giro la gerarchia ecclesiastica.

Tornerò forse più approfonditamente su questo tema che merita pagine e pagine. Nel frattempo potete inviare le vostre domande/opinioni commentando l'articolo o via mail: evangelizzazioneattiva@yahoo.it


Fonti usate:
Bollettino Salesiano

mercoledì 28 ottobre 2009

Su me e il sito

Salve caro/a visitatrice/ore,

mi sembra bello dare una breve presentazione di me, in questo modo sapete chi c'è dietro a questo sito. Senza togliere che un articolo va valutato per i suoi contenuti e non perché l'ha scritto tizio o caio. Però la persona fa la differenza circa la fiducia a quanto scritto. Quest'ultima spero di guadagnarmela pian piano.

Intanto vi offro uno stralcio di un discorso fatto da Papa Giovanni Paolo II sulla vocazione evangelizzatrice di ogni battezzato. Il discorso completo lo potete trovare cliccando qui.

Ogni battezzato deve essere un apostolo, cioè un inviato a trasmettere ovunque la luce del Vangelo, a portare in ogni dimensione della vita l’animazione del fermento cristiano.

Miei giovani amici! Il mondo dei vostri coetanei, il campo della cultura e dell’arte, il settore della vita civica e la politica, come ogni ambiente dell’attività umana, non possono essere estranei al vostro impegno di apostolato. Dico dell’apostolato individuale e di quello associativo. Ricordatelo sempre: dal vostro impegno dipende in gran parte il progresso della civiltà e della cultura dell’amore, di cui ha immenso bisogno la vostra epoca.


Mi chiamo Fabio Milocco, ho 19 anni e sono uno studente (aggiungere "con un lavoro" non sarebbe male!). Nella mia parrocchia cerco sempre di dare una mano. Mi piace leggere e guardare bei film, suono la chitarra e sono un appassionato dell'informatica in generale.

Non pretendo di scrivere verità illuminanti sul Cristianesimo o di fare il teologo di turno (non ne avrei assolutamente le conoscenze), ma nel mio piccolo vorrei cercare di contribuire all'opera di evangelizzazione, come giustamente il Papa ci invita a fare. Vorrei condividere con voi articoli riguardanti la religione, semplici e chiari ma sopratutto che vadano al punto della questione senza girarci tanto. E più importante ancora che riguardino fatti reali/pratici in cui ci si possa ritrovare: in fondo siamo tutti sulla stessa barca e prima o poi ci capita di vivere le stesse problematiche.
Dimenticavo una cosa: non sono un prete come ha pensato qualcuno (bel complimento però). Non prendete i miei articoli come verità assolute ma come spunti per possibili approfondimenti.
Sopratutto spero di far suscitare in voi una qualche minima curiosità rispetto ai temi religiosi, perché una delle poche cose che non riesco sopportare facilmente è l'indifferenza, il disinteressamento e il nichilismo in genere che si stanno diffondendo sempre più.

Sono consapevole che tuttora il 50% degli italiani non dispone di una connessione a internet ma questo vuol dire comunque milioni di visitatori e, sinceramente, a me basterebbe un solo lettore abbonato al feed per darmi la convinzione di continuare.

Mi piacciono molto e apprezzo i commenti critici, perché mi permettono di migliorare gli articoli futuri.
"Non sono d'accordo con te!": classico esempio di commento inutile non motivato, perché non danno modo di capire il punto di vista di chi scrive. Su internet non credo abbiano ancora messo una tassa sulle parole scritte quindi potete ampliare liberamente i vostri discorsi ;-)

Un saluto e.. buona lettura!



Se desideraste contattarmi per qualsiasi motivo potete scrivermi una mail. Sono disponibile ad eventuali corrispondenze.
Email: evangelizzazioneattiva@yahoo.it


P.S.
Per raggiungere tutti gli articoli di servizio cliccate sul menu in alto a destra "InfoPoint Generale"

sabato 24 ottobre 2009

Copyright - Diritto d'uso degli articoli

Se per qualche motivo state leggendo questo post potreste avvertirmi? Questo perché dovrei aver eliminato tutti i link che portano a questo post. Per contattarmi cliccate sul menu "Contattami" in alto sotto il titolo.
Fate riferimento a questa pagina: http://www.evangelizzazioneattiva.info/p/info.htm per informazioni sul copyleft di questo sito e come poter utilizzare i contenuti.

Buona lettura e buona navigazione!

mercoledì 21 ottobre 2009

Perché la Chiesa non ci spiega tutto?

Salve,
qualcuno di voi si sarà imbattuto almeno una volta in un mistero della Chiesa che non è riuscito a capire, oppure non più di moda. Se la risposta è no vuol dire che non avete mai avuto voglia di approfondire alcunché e con questo sito spero di invogliarvi a farlo! Se la risposta è si, probabilmente non ci avrete capito un gran ché e vi sarete chiesti come mai all'alba del 2010 esistono ancora misteri che la Chiesa non "vuole" spiegare. Vorrei riproporvi, un po' modificata, una domanda posta da un lettore del Bollettino Salesiano, la risposta è a cura del direttore dello stesso.

Domanda
Ma non è ora di dire basta a tanti misteri divini nell'odierna civiltà della scienza? Se siamo gente razionale, questo mistero di Dio che è contemporaneamente uno e tre, di eternità in cui non esiste tempo, i segreti di Fatima e l'elenco potrebbe continuare... Io dico che oggi non ci vogliono più misteri, ma verità svelate. E' quanto pretende la scienza e la moderna civiltà. Non credete?

Risposta
No! Proprio non credo. Che non ci vogliano più misteri nella nostra società della scienza, non è vero. Manco un po’! Anzi, pregate che i misteri restino e che nessuno sia in grado di risolverli. E questo per due buone ragioni.
La prima è questa: il giorno in cui non ci fosse più mistero attorno a Dio, non ci sarebbe più nemmeno Dio che è Mistero per definizione. “Se io comprendessi chi è Dio o Dio non sarebbe più Dio o io sarei un Dio!”, diceva un antico filosofo.
La seconda ragione eccola: il giorno in cui la scienza dovesse aver risolto tutto e non ci fossero più misteri da svelare, la storia della conquista dell’uomo sarebbe finita, finito il gusto della scoperta, la curiosità, lo stimolo del sapere. Finita anche la speranza. L’uomo avrebbe davanti uno spazio piatto, senza più stimoli. Non potrebbe che cadere nell’accidia e nella depressione più nera.
Perché? Lascio rispondere Leopardi: “Considerare l'ampiezza inestimabile dello spazio, il numero e la mole meravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell'animo proprio; immaginarsi il numero dei mondi infinito, e l'universo infinito, e sentire che l'animo e il desiderio nostro sarebbe ancora più grande che sì fatto universo […] pare a me il maggior segno di grandezza e di nobiltà, che si vegga della natura umana”.
In definitiva non avremmo più cibo per la nostra fame e sete di sapere, per la nostra voglia di scoprire, di spaziare, di sognare… Finiti anche i sogni, oltre ai desideri. Sbaglio?

Vorrei inoltre aggiungere una cosa prendendo ad esempio i famosi segreti di Fatima. I segreti che la Madonna ha rivelato solo ai veggenti e che non è possibile saperli subito (non è questo aspetto che mi interessa adesso). Se sono delle cose che permetterebbero all'uomo di vivere meglio perché non dirli a tutti? Perché non dare all'uomo la possibilità di accorgersi degli errori prima che essi accadano.
1) Innanzitutto l'uomo ha già a sua disposizione tutti gli strumenti per vivere bene e felice. Il fatto che poi decida di fare del male a se stesso o ad altri non dipende certamente da Dio o da un segreto non rivelato.
2) Mi ricollego sottolineando come la rivelazione di un segreto non porti a nessuna conseguenza concreta purtroppo. Faccio un esempio semplice. Ammettiamo che un segreto indichi lo scoppio della bomba atomica e ammettiamo che il Papa lo riveli prima del 1945. Hiroshima e Nagasaki si potrebbero così salvare vero? E invece no! Pensate che chi ha buttato quelle bombe non fosse a conoscenza della loro potenza? Non vi rubo altro tempo ma ricordate e meditate: l'uomo sa che una certa azione è maligna ma non si rende conto abbastanza delle conseguenze.


Ricordo che, come sempre, i commenti sono i benvenuti. Sopratutto le domande e le critiche! Ricordo inoltre che questo è il primo articolo della serie "Domande&Risposte" che promisi nel primo articolo. La struttura di questo articolo è quella che userò nelle future "Domande&Risposte" quindi è ben accetto qualsiasi consiglio a riguardo.


Fonti usate:
Bollettino Salesiano

martedì 13 ottobre 2009

L'amicizia attraverso Internet

Oggi vorrei affrontare il tema delle amicizie al tempo dei tanti grandi social network, strumento sempre più usato a livello mondiale (da me compreso). Da a un anno a questa parte in maniera massiccia anche in Italia.

In realtà i social network erano usati anche prima, ma solo Facebook è stato capace di una crescita così massiccia da finire perfino nei telegiornali. Ed è per questo che è stato definito un fenomeno sociale. Per chi non lo sapesse ancora, i social network sono fondamentalmente dei siti web in cui più persone possono comunicare (chat, messaggi privati..), condividere contenuti (foto, video..), "conoscere" nuove persone: tutto questo senza spostarsi dalla propria sedia. Sono quindi uno strumento molto potente e molto utile se ben usati (come molte cose dopotutto).
Io per esempio su Facebook mi sono posto la regola di accettare amicizie solo da persone che conosco, altrimenti poi non si capisce più niente e ti ritrovi la pagina principale piena di messaggi "spazzatura".. Detto questo non dilunghiamoci troppo su come il sottoscritto gestisce i propri account online e andiamo al sodo.

Sui social network è possibile conoscere persone nuove mai viste e che mai si vedranno di persona, molti si iscrivono proprio per trovare amici e riempire in modo fittizio la propria vita creandosi un oasi/rifugio felice ma NON REALE. Questo non può non farci riflettere su questo tema! Avere quasi solo amici "conosciuti" su internet è gravissimo perché può provocare un senso di vuoto interiore, di tristezza, di svogliatezza, di superficialità, a volte anche nervosismo ingiustificato con le persone "vere" perché ci si disabitua a comunicare verbalmente con persone in carne ed ossa a causa del distacco parziale dalla realtà. Le amicizie di internet sono a "basso costo", basta un click e se vanno. Inoltre non hanno quasi nulla dell'enorme complessità dei rapporti umani, o no?
Va da sé che passare molto tempo davanti al computer ha effetti negativi su scuola, amicizie e qualsiasi altra attività. Ma anche senza arrivare a questi livelli limite (secondo me non sono neanche tanto limite, sopratutto per i giovani) si è oramai innestato un processo generale che lentamente mira a svuotare di significato la bellezza e l'amore che c'è nell'amicizia.

Ultimamente mi è capitato di leggere le statistiche di alcuni studi, condotti per capire se internet (in particolare i social network) faccia bene agli affetti o se ti stacca negativamente dalla realtà. Secondo gli scienziati del Pew Internet and American Life Project, internet fa bene all'amicizia; stando invece al precedente studio di Stanford e dell'università di Berlin, internet "isola". Secondo me i risultati raggiunti non sono paragonabili perché mostrano due facce della stessa medaglia, i due studi hanno una parte di verità ciascuno. L'uno non esclude l'altro, andiamo a vedere perché sono arrivati a due conclusioni differenti
Uno studio prende in esame il tempo passato in internet, che quando è usato male e troppo tende a isolare senza ombra di dubbio, poiché ruba tempo a tutte le altre attività e ci fa confondere la realtà con le relazioni tessute in rete.
Il Pew, invece, prendendo in esame circa 3500 persone ha dimostrato come il 72% delle persone che usa internet era andata a trovare un parente o un amico il giorno prima di essere intervistato per lo studio, mentre solo il 61% di chi non lo usa lo aveva fatto. La chiave di lettura, secondo me, è che grazie a internet ci si possa mettere daccordo per vedersi di persona più frequentemente e facilmente rispetto ai normali mezzi: certo è che se uno ci tiene ad un amico o ad un suo parente..
Dallo studio è emerso pure che molti ancora non usano internet per discutere delle cose più importanti con la famiglia e gli amici: e meno male dico io! Ogni forma di comunicazione non verbale (dalle chat agli sms) deve essere usata al limite per darsi appuntamento e se non possibile chiamarsi. Più di qualche persona che conosco ha visto il rapporto con il moroso/a degradare sempre più a causa di questo "discutere" solo scritto che può far nascere incomprensioni con relative arrabbiature. Bisogna rendersi conto che se Dio ci ha donato una voce con diversi toni e di una mimica complessa (sopratutto facciale) un motivo ci sarà, o no? Se proprio non c'è altro mezzo è meglio che niente, ma solo una tantum (ma tantum tantum!).

Vorrei concludere condividendo con voi una storia vera, sperando possa servirvi a percepire come un qualcosa di reale il pericolo che stiamo correndo: rivolto sopratutto ai giovani!
Scrive una nonna preoccupata del cambiamento della nipote che passa troppo tempo su internet:


"Mia nipote non ha più la mamma e sono io a occuparmi di lei, con il papà. Ma sono in difficoltà. Milly (nome fittizio) è una solitaria, e mi sembra che sia diventata dipendente da Internet. Quando le dico di cercarsi amiche mi risponde che ne ha a migliaia in Facebuk (sic) e si confida con loro ed esse l’aiutano tantissimo. Mi domando, allora perché è più svogliata, più superficiale, più nervosa di quando non aveva Internet? A noi nonni non c’è nessuno che ci aiuta, ma mica la saggezza ce l’abbiamo infusa."


Link interessanti inerenti:

- Perché sei mio amico su Facebook? Un sondaggio rivela quali sono i motivi per cui si aggiunge o accetta nuove amicizie su facebook e perché si eliminano amici dalle proprie liste.

Fonti usate:
Bollettino Salesiano
Punto Informatico

domenica 11 ottobre 2009

Layout blog ultimato (aggiornato)

Salve a tutti,

con oggi il lavoro alla grafica del sito, pulizia codice, gadget, problemi di compatibilità ecc. si può dire finito.
Sperando di fare cosa gradita ho creato un piccolo sondaggio per sapere cosa ne pensate. Se volete aggiungere qualcosa potete commentare questo post. Ogni commento, come sempre, sarà graditissimo!
Questo ovviamente non vuol dire che tutto rimarrà uguale, ma solo che il "lavoro di base" è finito.

Un grazie a tutti coloro che visitano questo sito e che contribuiscono con le loro idee, critiche, suggerimenti ecc.

A presto!

P.S.
Sto ultimando un paio di articoli, saranno online il prima possibile!

Aggiornamento:

Ad oggi 09/01/2009, il sito ha subito numerosissimi interventi (alla faccia di layout completato!). Una su tutti è stata l'aggiunta della licenza, del contatore Google Analytics, varie categorie di link (utili, consigliati, gestiti), la ricerca personalizzata di google (che cerca all'interno di una serie di siti da me selezionati, ma potete suggerirmene altri se volete) e tante altre cosette che hanno reso e renderanno bello questo sito. Come sempre potete inviarmi ogni suggerimento che vi passa in testa. A questo proposito vi segnalo il pulsante "Feedback" sulla sinistra con cui potete inviare automaticamente idee, problemi, frasi varie ecc. L'unico requisito è avere un account Get Satisfaction, Facebook, Google, Twitter, Windows Live ID (hotmail, messenger) oppure OpenID (necessario per farvi riconoscere dal sistema, i vostri dati non avrò accesso né io né nessun altro).

Vi saluto, al prossimo aggiornamento!

sabato 3 ottobre 2009

L'inferno, cos'è?

Prima o poi ci pensiamo tutti: cosa accade dopo la morte? Se sono stato buono andrò in paradiso (o al limite in purgatorio) e se sono stato cattivo vado all'inferno? Ma l'inferno è eterno? Hanno ragione coloro che credono nella durata limitata delle pene dell'inferno come in qualsiasi punizione terrena? Come può Dio voler salvare tutti gli uomini se chi va all'inferno è condannato per l'eternità? Non è un controsenso? Se è questo che state pensando o che vi state domandando allora forse questo breve articolo potrebbe fare per voi! Se non è quello che state pensando, credo vi sarà utile ugualmente.

Intanto partiamo dal presupposto che l'inferno, come il male (vedi l'articolo sul perché del male), non lo ha creato Dio. Al numero 74 del Compendio (vedi Fonti) si parla della caduta degli angeli, nella quale si racconta la vicenda di Satana ed altri demoni che, da angeli creati buoni da Dio, si trasformano in malvagi perché, con libera e irrevocabile scelta, hanno rifiutato Dio e il suo Regno: dando così origine all'inferno. Essi tentano continuamente di attrarre l'uomo alla ribellione contro Dio e i suoi Insegnamenti, ma Dio afferma in Cristo la sua sicura vittoria contro il maligno. Questo non vuol dire che possiamo permetterci di stare a guardare il male che opera solo perché tanto Dio ha detto che lo vincerà e così poi saremo felici e contenti senza aver fatto nulla: questo succede nelle illusioni non nella vita vera. Se vogliamo che la nostra vita sia vera e piena (nel senso di avere una vita bella, felice e piena) dobbiamo impegnarci a seguire gli insegnamenti di Cristo in modo attivo, tenendoci sempre all'erta nei confronti di un maligno sempre pronto a rovinare, pure nelle piccole cose, la nostra vita. Il suo intento è, ovviamente, farci credere il contrario.

A questo punto dovreste aver capito che l'inferno è una scelta, non una punizione che si abbatte sul peccatore morto in peccato mortale. Smettiamola con la visione di Dio come un giustiziere che si accanisce su chi non rispetta la sua volontà. L'inferno è una scelta personale! Tutte le creature umane vengono a trovarsi di fronte a un bivio: la via del bene e la via del male. La saggezza umana e l'amore di Dio che non abbandona mai nessuno e sempre pronto a perdonarci ci invitano decisamente a lasciare la via del male. (Attenti però a non seguire le orme di colui che fa tutto quello che vuole solo perché tanto il Signore perdona sempre!). Dentro di noi sappiamo se meritiamo il paradiso, l'inferno o se abbiamo bisogno di purificarci. L'inferno infatti non è una condizione solo della vita ultra terrena ma ce lo creiamo già qui in terra con il nostro comportamento. Anche se non ce ne accorgiamo subito, ogni peccato (anche il più piccolo!) è un passo sulla via del male, e ogni passo sulla via del male ci porta ad un senso di vuoto interiore, di ribellione contro le regole e genitori, ad offendere gli altri e a trattarli male, a cercare negli altri solo profitto e convenienza ecc. ecc. ecc. Ditelo con che parole volete ma peccando creiamo l'inferno al nostro interno!
Ricordiamoci che quando noi pecchiamo non ce ne accorgiamo: il maligno è subdolo, furbo, ci affascina con promesse effimere (brevi, inutili, fini a se stesse), ci inganna fino all'ultimo e spessissimo ci fa vedere chi cerca di metterci in guardia come degli ostacoli alla felicità.
L'esame di coscienza è un fondamentale aiuto per conoscere se stessi e valutare correttamente le nostre azioni, sembra banale saper valutare le nostre azioni ma non è così. Saper dire cosa è male e cosa è bene non vuol dire saperlo fare. Di questo magari ne parleremo meglio quando affronteremo il tema della confessione.

N.B.
Non pensiate che io sia il santerello di turno, anzi! Ma è proprio la consapevolezza che ci dobbiamo aiutare per vivere nella rettitudine che mi spinge a scrivere questi articoli.

P.S.
Qualsiasi commento è al solito ben accetto :-)


Fonti consultate:
Rivista Maria Ausiliatrice
Compendio – Catechismo della Chiesa Cattolica

venerdì 2 ottobre 2009

I Testimoni di Geova e le trasfusioni

Il rifiuto dei Testimoni di Geova alle trasfusioni di sangue è  uno dei loro precetti più discussi e pericolosi (a volte mortale).

Secondo me qui cadiamo nello stesso "errore", che fece la Chiesa valutando le tesi di Galilei eretiche in base al significato strettamente letterale dato alle Sacre Scritture (ma questo argomento lo approfondiremo più avanti non temete), ma in questo caso il significato viene estirpato ed adattato.

Dobbiamo per forza partire dal presupposto che Dio vuole salvare la nostra vita, non togliercela: "La gloria di Dio è l'uomo vivente!" (S. Ireneo). Se Dio ha creato l'uomo, non può volerlo morto perché "Dio ama la vita", grida accorato papa Ratzinger. Quando dalla Sua Divina fantasia uscì la vita, e specificatamente quella umana, il Creatore esclamò entusiasta: "Ecco, è una cosa molto buona", la migliore cosa fatta. Per gli altri "pezzi" della creazione il libro sacro dice: "Dio vide che era cosa buona". Il superlativo lo usa solo per l'uomo. Non sarebbe un controsenso allora se Dio ci impedisse di curarci?

La prima presunta proibizione si trova in Genesi 9:3-6 :

«Ogni animale che si muove ed è in vita vi serva di cibo. Come nel caso della verde vegetazione vi do in effetti tutto questo. Solo non dovete mangiare la carne con la sua anima, il suo sangue. E, oltre a ciò, richiederò il sangue delle vostre anime. Lo richiederò dalla mano di ogni creatura vivente; e dalla mano dell'uomo, dalla mano di ciascuno che gli è fratello, richiederò l'anima dell'uomo. Chiunque sparge il sangue dell'uomo, il suo proprio sangue sarà sparso dall'uomo, poiché a immagine di Dio egli ha fatto l'uomo».

È chiaro che in queste parole il sangue, sia umano che animale, è menzionato in relazione all'uccisione, alla soppressione di una vita. Siccome la vita appartiene a Dio, Egli vieta all'uomo di cibarsi del sangue (definito in questo passo come l'anima) reclamando quindi ogni esclusiva diciamo. Anche in altri passi della Bibbia si parla del sangue, ma sempre in relazione ad animali uccisi. Fondamentalmente quindi Dio proibì il sangue come alimento per incutere, visibilmente, tramite un simbolo concreto, il rispetto per la sacralità della vita: uccidere gli animali era una concessione, non un diritto.

Dobbiamo ritenere questo divieto valido anche in caso di pericolo per la nostra vita? Non c'è nessun passo biblico in cui si affermi che si debba morire di fame piuttosto che mangiare il sangue; e, in effetti, un simile comportamento sarebbe incoerente: significherebbe, infatti, mostrare maggiore rispetto per un simbolo (il sangue) che per la realtà da esso simboleggiata (la vita). Per illustrare il punto, sarebbe come avere per l'anello nuziale, simbolo del matrimonio, un rispetto tale da preferirlo al matrimonio stesso, e quindi, messi di fronte all'alternativa tra il sacrificare la propria moglie o la vera nuziale, si scegliesse a favore di quest'ultima.

Inoltre il sangue viene considerato tessuto, quindi fare una trasfusione è come fare una donazione di organi e i TdG consentono il trapianto. Per non parlare della carne! Contiene sangue, eppure mi pare non manchi nelle loro tavole.

Per concludere, questa loro regola non ha alcun fondamento e spero vivamente si rendano conto che così continueranno a lasciar morire persone che, convinte di questo precetto, non si lasceranno curare adeguatamente.


Fonti usate:
Bollettino Salesiano
http://www.infotdgeova.it/