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lunedì 27 settembre 2010

Chiesa stanca e in crisi? Ma anche no..

Caro direttore, […] forse mi consideri un po’ disfattista per quello che ti dirò […] Noto che il mio prete (sto frequentando con la mia fidanzata il corso di preparazione al matrimonio) è un po’ stanco, almeno così mi appare […] Insomma sembra in crisi più lui che noi […] E, visto che mi sono deciso a inviare questa e-mail, ti voglio anche dire che mi pare che un po’ tutta la Chiesa scalcia (perdonami il vocabolo) come se non fosse più a suo agio nella società […] Sbaglio?



Ti rispondo come ho già risposto a qualche altro. Scrive C. Tronco: “Quando la campagna è secca, la lumaca si chiude su se stessa e rimane lì; e solo quando viene la pioggia essa mette fuori la testa e incomincia a foraggiare”. I preti – anche se non tutti – sono oggi come le lumache, nelle sterminate campagne di erba secca che sono diventate le loro parrocchie. L’unica pioggia che cade è quella delle devastanti grandinate prodotte dalla odierna società che ha relegato Dio in cantina, e ha cacciato in un angolo dimenticato della coscienza “i valori perenni”, proprio quelli che hanno creato la “societas cristiana” con cattedrali stupende, santi inimitabili, opere di carità incredibili. Oggi, ogni volta che vescovi, parroci, o mass media cattolici fanno sentire la loro voce c’è chi parla di “indebite ingerenze”, chi “minaccia ricatti e ritorsioni brandendo l’otto per mille o il Concordato come cappio al collo di una Chiesa che si vorrebbe reticente o in ostaggio”, scriveva la rivista Rocca circa un anno fa. Ci faccia caso, se la Chiesa interviene a difendere la vita (contro aborto, eutanasia, ecc.) sinistra e radicali urlano che deve tacere, che pensi alle sue cose non a quelle dello Stato! Se sostiene la dignità delle persone, chiunque esse siano (immigrati compresi), è la destra a sentirsi a disagio, se alza la voce a favore della famiglia sono i massoni di tutta Europa a insorgere, se si permette di dire qualcosa su tecnologia e scienza, sono gli scienziati a protestare… Insomma si ha l’impressione che si voglia ripristinare la “Chiesa del silenzio”, di esecrata memoria. Come fa un povero prete a non sentirsi stanco, come fa a non ritirarsi come la lumaca nel suo guscio? Dio è stato cacciato da un pezzo dai gangli sensibili della società. È la volta del prete? Può essere. È vero, “Dio non paga il sabato”, ma viene l’ora che tirerà fuori le cartelle del giudizio. Spera e prega che non rinunci a essere “il Misericordioso”, come fece quella volta… con il diluvio!






Conclusioni:
Condivido sotto certi aspetti questa visione, tutta "occidentale" forse, dei preti stanchi o in un certo senso scoraggiati nella loro missione. E condivido pure quanto dice l'autore della risposta quando parla di "Chiesa del silenzio". Come se si trattasse di un partito politico, usandola solo quando fa comodo per apparire più pii ai propri elettori. Certamente vi è invece una parte (secondo me consistente) del clero che opera instancabilmente per portare il Vangelo a tutti. Ed è forse da questa parte attiva che percepiamo la "crisi/stanchezza" della Chiesa. Paradosso? Il problema sta tutto nella comunicazione: quando, ad esempio, il Papa vuole comunicare, il suo messaggio arriverà alla stragrande maggioranza attraverso canali deviati. Nel senso che ognuno (giornali, trasmissioni tv, telegiornali ...) riporterà la notizia come gli fa comodo. Sono pochi, anche fra i sacerdoti, coloro che vanno ad informarsi meglio e capita sovente che si trovino in difficoltà quando i fedeli chiedono delucidazioni su quanto detto dalla Chiesa. A questo punto devono dare per scontato che quanto dice il fedele di turno sia vero, guai dirgli che dovrebbe andare ad approfondire meglio la questione prima di attaccare inutilmente la Chiesa in toto nella persona del sacerdote di turno. Inoltre la Chiesa non può non essere condizionata dal tempo in cui opera, essendo formata da uomini e donne che vivono nel mondo. E vivono di quello che il mondo offre attraverso tv, giornali, persone, cultura, modelli di vita ecc. Rischierò di essere additato come il solito cristiano disfattista del malaugurio ma è sotto gli occhi di tutti che questa nostra società non sta funzionando molto bene e le cose non fanno che peggiorare perché non si vuole ammettere che la direzione intrapresa è sbagliata. Vi cito un pezzo di un bellissimo articolo, tratto dall'Osservatore Romano, sulla Caritas in Veritate:
Pretendiamo la giustizia, ma non coltiviamo la carità, senza la quale non c'è nemmeno giustizia; ci preoccupiamo perché d'estate vengono abbandonati i cani e non ci curiamo delle vite impedite con l'aborto; pretendiamo di sviluppare solidarietà nel lavoro, ma distruggiamo la famiglia che è vera scuola di solidarietà e la contrapponiamo al lavoro anziché integrarla con esso; ci affidiamo alla tecnica per risolvere i problemi ambientali quando sappiamo che sono dovuti proprio all'assolutismo della tecnica; gonfiamo costosi apparati per gli aiuti internazionali e il 90 per cento del loro budget è impiegato per le spese correnti di mantenimento della struttura; vogliamo educare i giovani all'assunzione di responsabilità e mettiamo in mano delle ragazzine di 16 anni la pillola abortiva; cadiamo ancora di frequente nella trappola del Nord cattivo e del Sud buono; diffondiamo nelle scuole la cultura del determinismo evolutivo per il quale saremmo tutti figli della necessità e del caso e poi pretendiamo che i giovani vedano nella natura una vocazione da rispettare; parliamo di integrazione tra le culture poi, però, non sappiamo fare un passo oltre il già fallito multiculturalismo; critichiamo la tecnica ma poi possediamo un telefonino e mezzo ad abitante; riteniamo che la lotta all'aids si faccia con i preservativi, consideriamo la prostituzione un fatto di ordine pubblico da disciplinare in modo adeguato magari in quartieri appositi. A ogni problema interiore ricorriamo all'esperto quando un tempo bastava il confessore. C'è qualcosa che non va. C'è molto che non va. C'è un ordine delle cose da rimettere a posto, una conversione di prospettiva da attuare. (articolo intero)
Ma ovviamente il Papa è "antiquato" quando dice queste cose.. Allora non è la Chiesa ad essere in crisi, ma lo sono le tante persone che stanno perdendo o hanno perso la capacità di vedere e ascoltare con il cuore.


Concludo dicendo che la Chiesa siamo noi, non aspettiamo la pensione per "fare qualcosa di buono". Iniziamo adesso! Subito! La Bibbia insegna che la salvezza non è il traguardo finale, ma va vissuto giorno dopo giorno e momento dopo momento.
Don Bosco diceva che la ricetta della santità era: stare sempre allegri, fare bene il proprio dovere e fare del bene agli altri. Cerchiamo di vivere almeno queste tre cose e abbiate fede che le cose cambieranno (se non altro saremo più felici noi!).


Qualche link per approfondire il tema:
Una Chiesa in crisi? - Leggi l'articolo.
Discorso ai giornalisti cattolici del 7 ottobre 2010 - Leggi la sintesi o il discorso intero.

16 commenti:

  1. Personalmente non penso che il problema sia della "società". Certo, Nietzsche già al suo tempo diceva che i preti hanno bisogno di una società malata alla quale contrapporsi come rappresentante dei valori "buoni". Perciò non mi stupisce il fatto che la chiesa scarichi le cause del proprio fallimento sulla gente. Se le persone non credono più nell'amico immaginario, il riccone del vaticano se ne deve fare una ragione.

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  2. più che altro il problema della Chiesa è un altro: quando la Chiesa manda messaggi attravero i media ecc. sono i Grandi a parlare, non il piccolo missionario che è andato a vivere a haiti per far del bene. certo, anche i messaggi di queste persone arrivano, ma a una cerchia più ristretta.
    a questo punto è normale che i preti si stanchino, si sentono impotenti ma allo stesso tempo non vogliono cedere alla meschinità dei potenti del clero... beh li capisco.

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  3. @Ludwig guarda che la Chiesa non sta scaricando nessun fallimento su nessuno. Questa è una tua personalissima deduzione.
    L'intento di questo articolo è mostrare che la società sta vivendo un periodo di crisi destinato a peggiorare (e non lo dico per "scaricare colpe") e in questo viene trascinata anche la Chiesa e tutte le sue attività. Mentre in realtà quest'ultima sta operando moltissimo: nel silenzio e nelle notizie deviate dai mass media. Come deviati sono i messaggi che arrivano alla stragrande maggioranza delle persone.
    In ultimo propongo a tutti di rimboccarsi le maniche, perché anche una singola goccia nell'oceano conta.

    @Nicole non penso che i preti siano scontenti o invidiosi del fatto che a parlare siano i "grandi" (come li chiami tu). Semplicemente perché non sono grandi, ma sono stati scelti per portarsi il carico di maggiori responsabilità.
    Se lo fanno bene o male, o se siano dei grandi uomini (o addirittura Santi) non sta a noi deciderlo.
    La mia esperienza mi testimonia che i "piccoli" (come li chiami tu) parlano eccome. Non è che perché non li vedi in tv non ci siano. Innanzitutto nelle omelie parlano tutti (ma proprio tutti) i sacerdoti; e mica una volta! Ma parlare a 1 persona o a 100 non fa differenza: se solo una persone si salvasse su 1000 un sacerdote sarebbe al settimo cielo. Non è vero quindi che si sentono impotenti sotto questo punto di vista.
    Semmai oggi si sentono stanchi perché ce né sempre di meno e il carico di responsabilità e cose da fare aumenta ogni giorni di più.

    Spero di essermi spiegato bene :)

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  4. Un periodo di crisi? Sotto che punto di vista?

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  5. Alla tua domanda si potrebbe rispondere con un libro intero e ancora non basterebbe. Mi limito a dirti quello che mi viene su sul momento:
    - hai letto il tratto di articolo sulla Caritas in veritate? "C'è un ordine delle cose da rimettere a posto". E qui ci aggiungerei anche la parola relativismo, anche se non vorrei divenisse abusata e allegorizzata.
    - poi oserei aggiungere individualismo e banalizzazione dell'eros (da non confondere con le regolette morali -.-)
    - consumismo (rimando a questo articolo per approfondimenti)
    - rivoluzione tecnologica (diverse modalità di apprendimento, pericoli sociali derivanti dalla nuove tecnologie...)
    - emergenza educativa (autorità scomparsa o quasi, scomparsa di parole d'infito (oggi infatti non si è fidanzati, ma si sta insieme: finché dura!, genitori che non sanno più come educare i figli..)
    - tutto acuito dalla crisi economica, che sta fungendo da forte destabilizzatore. Il guaio è che gli effetti sono riscontrabili già da ora, ma le conseguenze si vedranno fra molti anni.
    - devo continuare?? Ah, ovviamente tutte ste cose e le altre che non ho scritto, sono da vedere non singolarmente ma l'una collegata alle altre.
    Credo che tu possa decisamente continuare questo elenco, magari con qualche esempio in più.

    Mod provocatorio on
    Ti ho risposto pensando che la tua domanda fosse di una persona che condivide l'opinione che c'è qualcosa che non va.
    Se invece pensi che non ci sia niente che non vada e che non ha senso parlare di crisi, se non sai continuare l'elenco, se pensi che mi sto allarmando (non solo io in verità) per niente allora è bene che cominci ad aprire gli occhi e vedere in che mondo vivi.
    Mod provocatorio off

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  6. -L'individualismo è tratto comune di tutti i momenti storici in cui le grandi istituzioni, politiche e sociali perdono valore. Ma è un problema delle istituzioni. Sono loro che non stanno al passo con i tempi.Sono loro che sono sbagliate;
    -Puoi spiegarmi cosa intendi per "banalizzazione dell'eros?
    -Ho letto l'articolo sul consumismo nella speranza di trovare qualcosa di interessante, ma ho dovuto ricredermi, purtroppo. il fatto che prodotto del consumismo sia "io-butto via prodotto vecchio-compro il prodotto nuovo" lo condivido. ma sostenere che questo si applichi anche ai rapporti, che l'uomo, dato che è abituato a trattare così le cose, faccia lo stesso anche con i rapporti, mi sembra oltremodo azzardato, è un'astrazione priva di argomentazione logica. con grande sincerità, in quell'articolo ho trovato pochi dati di fatto e tanta retorica;
    -Rivoluzione tecnologica...diverse modalità di apprendimento. Ti riferisci alle possibilità che offrono internet e i nuovi canali multimediali? Che non sia una cosa assolutamente positiva lo penso in parte anche io. Ma il problema non è, a mio parere, nella rivoluzione tecnologica, quanto nelle persone che ne usufruiscono. Per come la vedo io, sono cambiati i tempi del sapere, ora se voglio sapere qualcosa di botanica (un esempio a caso), basta che vada su google, wikipedia e in pochi secondi ho quello che voglio. Non devo fare la fatica di cercare sul libro, su un'enciclopedia, andare in biblioteca. E questo fa sì che si possa pensare che il sapere non è una cosa importante, e il fatto che "informarsi" comporti una quantità minima di tempo, non fa porre all'uomo il problema, secondo me fondamentale in mancanza di questi strumenti che rendono "l'apprendimento" rapido, "In che cosa vale veramente la pena che io investa il mio tempo? Che cosa vale davvero la pena sapere?"
    -Emergenza educativa. Beh, il termine è alquanto drammatico, non trovi? Diciamo che dopo gli eccessi di un sistema educativo fatto di genitori con grande autorità, maestri con bacchette, punizioni corporali, ora siamo all'estremo opposto. E su questo non saprei esprimermi, davvero. Non saprei dare un giudizio;
    -"oggi non si è fidanzati, ma si sta insieme:finchè dura!"...il finchè dura, così critico, così sarcastico, non ha molto senso. E' semplicemente una questione di semantica. O sei forse nominalista?
    -Crisi economica che funge da destabilizzatore? Cioè?

    Se parli di crisi, devi anche avere in testa l'idea di un mondo senza crisi, un mondo buono, giusto, che pian piano sta degenerando. Qual'è? Se questo è un mondo in crisi, come sarebbe un mondo senza crisi?

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  7. Nicole ha scritto: quando la Chiesa manda messaggi attravero i media ecc. sono i Grandi a parlare, non il piccolo missionario...

    I messaggi della Chiesa, del Papa sono rivolti a tutto il mondo, spesso ai Grandi a coloro che muovono i bottoni...ed è facile capirlo
    Il piccolo missionario, un parroco, è vero! parlano ad un pubblico ridotto, ha poca efficacia , diciamo discutibile. Ma è proprio qui che io vedo il vero problema della Chiesa oggi, per potere parlare con una sola voce, quella della testimonianza.

    E' al missionario, alle parrocchie (tutti e tutte) che la Chiesa deve parlare,valorizzare la parola e l'azione,i sacerdoti e i laici cristiani: le grandi rivoluzioni sono sempre partite e fatte dal basso.

    Nella chiesa, nel mondo ci sarà una nuova primavera se fioriranno le piccole comunità tutte assieme con un lavoro assiduo e capillare, con un impegno religioso, sociale e, perché no, politico.

    Risiede in questa mancanza di attenzione alle piccole chiese (il grande popolo di Dio) la crisi della Chiesa di oggi. Non è stanchezza, forse incapacità di ascolto e di conseguenza incapacità di azione, difficoltà di intervento.

    " Pretendiamo la giustizia, ma non coltiviamo la carità".

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  8. @Ludwig Wittgenstein
    ♦ L'individualismo nasce, o meglio rinasce marcatamente, con l'inizio dell'era moderna prima e l'avvento del positivismo poi. Questo va a pennello con il modello di società capitalista e consumista. Individualismo intenso quindi come perdita di senso religioso e mito dell'autodeterminazione: l'uomo si costruisce da se e deve pensare solo al suo benessere. Gli altri vengono usati per i propri scopi (un esempio è nel voler fare carriera a tutti i costi). Quindi non sono molto d'accordo con quello che dici. Intanto provami questa frase che scrivi: "L'individualismo è tratto comune di tutti i momenti storici in cui le grandi istituzioni, politiche e sociali perdono valore". Inoltre non è un problema solo delle istituzioni già presenti che "non stanno al passo con i tempi"; l'uomo, come ben sai, è fortemente condizionato dal mondo e dalla società in cui vive. Prova a pregare per il bene degli altri, e vedrai che cambiamenti :-)

    ♦ Vabbé, se mi spieghi di spiegarti anche cosa intendo per banalizzazione dell'eros devo dedurre che o vivi in posti remoti, o lo fai per provocazione oppure il tuo livello di adesione a questa società è così pieno e acritico che la tua vista può essere paragonata a quella dei cavalli quando gli si mettono i paraocchi. Chiudo la faccenda con: poster pubblicitari con donne nude o quasi. Grande disordine fra eros e agape. E si potrebbe anare avanti molto a lungo, ma non vado oltre perché ritengo che un minimo di coscienza su questo tema ci debba essere. Altrimenti giustifichiamo in nome del relativismo anche i pedofili o i violentatori allora..

    ♦ L'articolo che ti ho linkato sul consumismo non è il migliore, però mi piace per come è impostato. Per approfondire puoi (devi) anche informarti per conto tuo. Riguardo i rapporti umani consumistici ti dico solo che sei fortunato a non conoscere adolescenti (e non) che trattano gli altri ma soprattutto gli amori come qualcosa di utilitaristico. Finché mi piace stare con una persona ok, poi la mollerò. A noi il compito di fare in modo che la "retorica" di quell'articolo ritorni tale.

    ♦ È provato che le nuove tecnologie sottoposte a età in fase di maturazione modifichino la capacità di apprendimento: ma su questo ci torneremo più avanti, in attesa di vedere gli effetti a lungo termine. Ne ho parlato in un recente articolo sui pericoli dei social network: http://www.evangelizzazioneattiva.info/2009/10/lamicizia-attraverso-internet.html. Non metto in dubbio il fatto che abbiano effetti positivi (parecchi anche), ma come dici tu il problema sta in come noi le usiamo: sia usandole attivamente che passivamente. Avere così tante informazioni in così poco tempo è in linea con il modello attuale della società. Siamo continuamente bombardati di "cose" e siamo anche super impegnati. Questo ci spinge a frammentare la nostra attenzione in troppe cose, con il rischio concreto di viverle superficialmente. Avendo spesso il pensiero o l'attenzione proiettati sul dopo.

    ♦ Il termine "emergenza educativa", secondo me, riflette molto bene l'attuale situazione. Tanto che la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha deciso di focalizzare le sue energie dei prossimi dieci anni su questo tema. Pensa quanta importanza da la Chiesa all'educazione, in netto contrasto con la società. La quale oltre che a non fare niente, neanche ne parla. Questo tema non posso davvero riassumerlo in poche righe. Spero di poterci dedicare un articolo.

    Continuo nel prossimo commento perché altrimenti supero i 4096 caratteri massimi.

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  9. 2a parte della risposta:

    ♦ Il "finché dura" non è affatto una questione di semantica e neanche un gioco di parole. Significa che in una coppia, come impostazione di testa e di cuore, c'è la coscienza più o meno implicita che lo stare assieme è in relazione a quanto bene si sta assieme adesso, direi anche giustamente, ma senza sguardo al futuro. Oggi c'è come una corsa al mettersi assieme senza nemmeno essersi conosciuti un po' (anzi, ci si mette assieme per conoscersi e sopratutto per legittimare atti più intimi). Come minimo bisognerebbe frequentarsi e conoscersi. Poi ci si "mette assieme" come sinonimo di fidanzamento. Invece oggi c'è una sorta di paura nel legarsi: prova a chiedere a qualche coppia di adolescenti se sono fidanzati. Ti diranno che "stanno insieme". Appunto perché non vogliono sentirsi legati, anche se lo sono. Spero di essermi spiegato in maniera abbastanza chiara.

    ♦ Sulla crisi economica come destabilizzatrice intendo dire che il ceto medio (quello che non sta né male né economicamente alle stelle) è entrato in crisi e questo ha ovviamente conseguenze su tutti gli aspetti della vita (compresa l'educazione). Non può non avere conseguenze perdere il lavoro, andare a chiedere cibo alla Caritas ecc.

    ♦ Elencare in poche righe ogni aspetto del mondo e dire come dovrebbe essere per non essere crisi (mondo utopico fra l'altro) è piuttosto lungo e non ho neanche voglia di farlo perché per la maggior parte sarebbe una visione personale e quindi oggetto di errore. Io non pretendo assolutamente di avere la chiave o le soluzioni per un mondo ideale. Mi limito a dire: seguiamo Gesù e la sua Parola, la Chiesa, il Papa e affidiamoci ai Santi che intercedano per noi.

    N.B.
    Sono tutti temi che andrebbero approfonditi individualmente, quindi non chiedermi ulteriori spiegazioni perché le spiegazioni date sono, a mio avviso, sufficienti per capire alcuni fattori della crisi e quindi capire meglio l'articolo. Se dobbiamo sviluppare decentemente ogni tema non la finiamo più, anche se sarebbe molto bello farlo.
    Quindi: rimaniamo nel tema dell'articolo.

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  10. -Non generalizzare. Individualismo e positivismo..il fine del positivismo stava nella congiunzione tra l'utile dell'individuo e la felicità degli altri. Dire che il positivismo giustificava l'utilizzo degli altri a vantaggio del proprio benessere non è corretto."L'individualismo è tratto comune di tutti i momenti storici in cui le grandi istituzioni, politiche e sociali perdono valore". Se l'uomo non sente più il valore delle grandi istituzioni, non vi si impegna più e volge l'attenzione a sè stesso.Nell'antica Roma, ad esempio, quando è venuta meno la repubblica, e quindi i cittadini sono diventati sudditi, si sono diffuse le grandi filosofie individualiste (epicureismo, stoicismo...).
    -Non vivo in posti remoti, non penso di aderire alla società in maniera acritica e provocarti non mi sarebbe di alcuna inutilità. "Chiudo la faccenda con: poster pubblicitari con donne nude o quasi. Grande disordine fra eros e agape. E si potrebbe andare avanti molto a lungo, ma non vado oltre perché ritengo che un minimo di coscienza su questo tema ci debba essere". Risposta poco esaustiva, non trovi? Poster pubblicitari con donne nude o quasi.Trovo triste l'utilizzo della donna ridotta a corpo. E su questo probabilmente abbiamo la stessa idea. Ma non penso che i poster pubblicitari ti impongano l'idea che tutte le donne siano solo un corpo, un oggetto. Non trovo perciò l'esempio dei poster pubblicitari una motivazione particolarmente valida. Poi se sei senza idee e argomentazioni, dimmi pure che sono acritico nei confronti della società, che sono un cavallo coi paraocchi o quello che vuoi.
    -Aspetto anche io l'articolo in cui siano riportate statistiche e dati riguardo a come l'apprendimento venga influenzato dalle nuove tecnologie, in modo tale che allora potrò vedere con i miei occhi quello che già stai dando per "provato". Al di là dell'onestà intellettuale che mi fa sentire il bisogno di prove prima di dare per provato qualcosa, penso che sia effettivamente interessante, in quanto internet e il computer non possono non aver influenzato l'apprendimento. Il tema è poi molto attuale, in quanto sono poche le generazioni che hanno avuto il computer e internet già a loro disposizione fin da piccoli.

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  11. -L'articolo di cui hai segnalato il link non parla effettivamente di internet e l'apprendimento. L'articolo non mi sembra abbia scavato molto in profondità. Abbastanza stereotipato e applaudito da chi è dentro la schiera. Poche idee e poche motivazioni.
    -Riguardo all'emergenza educativa, non mi hai spiegato cosa intendi. Al di là del significato dell'espressione, che mi può essere chiaro, vorrei capire in quali campi si verifica. Tu, Fabio, dove la vedi l'emergenza educativa? Non è una provocazione, ci tengo a precisarlo. Ti spiego meglio. Se società e chiesa hanno diverse idee dell'educazione, diversi valori, cosa legittima, non è per niente strano che la società non parli dell'emergenza educativa segnalata dalla CEI. Quindi vorrei capire, in cosa consiste l'emergenza educativa che tu, Fabio, vedi?
    -Io invece penso che "essere fidanzati" e "stare insieme" sia una questione di semantica. Due modi diversi di indicare lo stesso rapporto. e non vedo connaturato nello "stare insieme" il fatto che per forza il rapporto sarà "finchè dura". Poi il fatto che "ci si metta insieme" pensando al presente e non al futuro, penso dipenda dall'età. E se mi dici che il non pensare al futuro vuol dire che lo "stare assieme" è finchè dura, ti faccio notare che anche tante persone che si erano "fidanzate" poi si sono lasciate. Finchè è durato, poi si sono lasciate. Riguardo alla presunta corsa al mettersi insieme, stai facendo delle generalizzazioni. In alcuni casi è così. In altri no.
    -Condivido ora il ruolo della crisi economica destabilizzatrice. Anche se non mi è chiara la sua influenza sull'educazione.
    -Il fatto è che non puoi giudicare il mondo avendo in testa l'utopia. E se lo fai, è chiaro che vedrai il mondo in crisi. Se per crisi intendi cambiamento, posso condividere. Il mondo sta cambiando. Ma dalle parole che usi il termine crisi assume per te un significato negativo. Di fronte all'utopia che hai in testa, è ovvio che tu spenda parole poco felici per la realtà. Ognuno è libero di seguire chi vuole. Io non penso che la soluzione sia seguire Gesù, la chiesa, il papa. Personalmente non credo. Se tu vivi la fede, e cerchi in lei la guida rispetto la tua scelta, anche se non la condivido.
    -Se ho bisogno di spiegazioni, le chiedo. E nel mio commento troverai alcune richieste. Se "rimanere nel tema dell'articolo" non è una scusa per troncare una discussione che a mio avviso stava diventando interessante, continuiamo altrove. Non mi sembra molto democratico chiudere così, non trovi?

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  12. Ciao! Come al solito, leggo sempre tutti i tuoi articoli (anche se con un po' di ritardo). Complimenti davvero, gli spunti sono davvero interessanti. Non sto qui a commentare e parlare perché non ne ho tempo. Comunque complimenti ancora!
    P.S. scrivi di più, se riesci!

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  13. @Luca
    Ti ringrazio per il tuo commento; non sai quanto vorrei poter scrivere di più ma purtroppo il tempo non me lo permette proprio.

    @Ludwig
    Desidero premettere una cosa sul mio modo di vedere le discussioni, qualunque sia la discussione e qualunque sia il suo esito ho la sicurezza che Gesù mi ama e questo mi basta, anzi: direi che senza questo non avrebbe alcun senso andare avanti. Non lo dico per farmi vedere superiore, ma mi spiace tu non voglia provare questa felicità.
    Io il mondo lo vedo alla luce della Salvezza, quindi della felicità dell'uomo. Oggi la cosa più vicina che si possa provare del paradiso è la gioia. Di più è perfino inimmaginabile! :-)

    - Secondo me, l'uomo di base è portato ad essere individualista. Al di là di chi comanda. Una persona si muove spontaneamente per gli altri solo per amore o per un suo tornaconto personale oppure perché ha una "morale" secondo la quale si sente in dovere a farlo. Fra l'altro vorrei dire una cosa sulla grandi filosofie: ma il popolo pensi che abbia modificato il suo modo di vivere/pensare a causa di queste filosofie? Io penso di no. In ogni caso la società attuale ti spinge ad esserlo, creando il mito dell'uomo che si crea da solo che ce la fa da solo. In un certo senso questo spinge l'uomo a non affidarsi ad alcuna istituzione.
    - Io invece la trovo una motivazione valida quella dei poster, perché serve solo per dare un'idea del mondo che c'è sotto e di come si sia potuti arrivare a questo. Inoltre che tu lo voglia o no questo crea problemi anche agl uomini che sono continuamente super caricati di immagini di un certo tipo e accade, paradossalmente, che cali il loro desiderio sessuale. Inoltre non è solo il corpo della donna ad essere usata come un oggeto, ma anche nelle coppie (particolarmente quelle giovani) il fare sesso sembra stia diventando (e grosso modo lo è già) una cosa normale, come andare a comprare un gelato. Ti consiglio un libro: Se questo è amore.
    - Il processo di modificazione cognitiva causato dalla nuove tecnologie è già in atto, non servono "dati ufficiali" per rendersene conto. Prova a pensare un attimo a queste cose: agli smartphone, con i quali ci puoi fare un sacco di cose (email, chiamate, giochi ecc.). Questo poter fare più cose contemporaneamente cambia (sta cambiando) il nostro modo di approcciarsi alle cose (multitasking). Alle nuovi generazioni, che hanno un sacco di informazioni e surfano fra di esse, prendendo solo quelle che stanno in superficie e non andando a fondo (superficialità). Gli sms (non solo) che contraggono tutto in poche righe, non esisteranno più i grandi epistolari perché è cambiato il modo di comunicare. La nostra soglia di attenzione è di circa 3 minuti: la durata di uno spot o di un video su youtube. Dopo di ché cala, e questa è solo che una conseguenza di quello che ho detto fino ad ora. Il cervello cambia per adattarsi alle nuove esigenze, e la nuova esigenza non è più, evidentemente, seguire un'ora di lezione. I nativi digitali, inoltre, non hanno mai visto "il prima": non hanno schemi cognitivi da aggiornare con le nuove tecnlogie. Io mi considero un po' in mezzo fra nativo e immigrato digitale, eppure quando vedo un iPad ci vedo un'evoluzione rispetto al telefono con i tasti. I nativi digitali no, per loro il telefono è quello. Questo per dire di coome la rivoluzione tecnologica cambia il nostro modo di vedere il mondo, di pensare, di comunicare ecc.
    - L'articolo non sarà andato molto in profondità come dici tu, ma per un adolescente leggere un articolo come quello è anche troppo profondo forse. "Applaudito da chi è dentro la schiera": ovvero? Devi onestamente riconoscere che un certo grado di verità è presente, al di là di quanto è "profondo".

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  14. - Sull'emergenza educativa ti consiglio un libro, giusto per farti un'idea: La sfida educativa. Non vorrai mica che ti spieghi in questi commenti tutto quanto? Dovresti andare un po' a informarti da solo, non posso darti tutta la pappa pronta. Anche perché, purtroppo, non ho il tempo di farlo. Solo per scrivere queste poche righe mi sono andati via tre quarti d'ora.
    - Il tuo pensiero sullo stare insieme riflette in pieno quello prevalente, continua così! Spero che un giorno entrerai nell'ordine delle idee che dire "stiamo insieme" o "siamo fidanzati" sono due cose diverse. Sono due atteggiamenti diversi di fronte a quella che, in apparenza, è un risultato uguale. Allora anche io quando salgo sull'autobus e mi siedo vicino a una vecchietta posso dire che "stiamo insieme". Anzi: siamo una coppia, di fatto. A buon intenditor.. ;-)
    - L'educazione è fatta dalle persone, che non posso essere, ad esempio, non preoccupate dalla crisi e non avere voglia di dire qualcosa al figlio che ha fatto qualcosa di male. Esempio super stupido, ma tanto per rendere chiaro che le persone non sono ermetiche a quello che gli succede. Il padre lavoratore influenza il padre figura educativa che influenza il padre divorziato che a sua volta influenza gli altri ecc.
    - Degli esempi su che cosa, anche secondo me, il mondo è in crisi li trovi nell'articolo dell'osservatore romano. Ti bastino quelli. Anche perché il tema dell'articolo è che noi vediamo la Chiesa in crisi, ma non perché lo sia il clero (in parte si, non è immune dal mondo) ma perché lo è la società. E la Chiesa siamo tutti. Dopodiché approfondire nei commenti TUTTI gli aspetti della crisi è controproducente. E non ho voglia di continuare a ribattere punto su punto tutte le questioni, scegli quelle che ti stanno più a cuore se vuoi. Anche perché, diciamoci la verità, chi leggerà mai tutti i commenti vedendo che sono chilometrici?

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  15. Ho cercato di leggere velocemente i vari commenti, e vorrei aggiungere una cosa che non mi pare sia stata detta: la Chiesa (il Cristianesimo) nel corso dei secoli ha migliorato di molto la vita delle persone. E i vari episodi che vengono tirati fuori (che sono sempre quelli, come un disco rotto) per farla sembrare cattiva sono frutto di mistificazioni storiche e niente più. Spero che pian piano la gente si informi e non rimanga nel vero oscurantismo degli anticlericali.

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  16. @Temistocle
    Che il Cristianesimo migliori la vita delle persone è indubbio, Gesù è venuto per salvarci e ci ha promesso la vita eterna (vivibile qui sulla terra, come non mi stancherò mai di dire). Inoltre l'opera della Chiesa ha dato forte sviluppo alle civiltà che è riuscita ad evangelizzare. (leggere "Indagine sul Cristinesimo - Come si costruisce una civiltà" per approfondire).
    Vorrei sottolineare una cosa, di errori nella storia ce ne sono stati ma infinitesimi se paragonati al bene fatto e alle anime salvate.

    Sull'ultima frase invece sono completamente d'accordo con te: l'oscurantismo anticlericale è veramente fortissimo. Speriamo che pian piano la gente apra gli occhi.

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