Questo blog è stato un progetto a cura di Fabio Milocco, da molti anni ormai il blog non è più aggiornato anche se liberamente consultabile.
Le opinioni espresse negli articoli rispecchiano quanto l'autore ha pensato in quel tempo, non è detto che rispecchino l'attuale idea sulle cose. Grazie della comprensione.

Cerca solo in siti cattolici o sul web! (suggerimenti ben accolti!)

mercoledì 15 dicembre 2010

Auguri di Natale e un arrileggerci al 2011

Dopo quattro settimane di Avvento è arrivato Natale (e come non accorgersene: la pubblicità inizia a martellare già metà novembre!).
Questo periodo di "baci&abbracci" sarà forse un po' diverso rispetto agli anni scorsi: perché in fondo ogni anno è diverso!
C'è chi starà a casa fino al 6 gennaio e chi si farà si e no tre giorni di vacanza.
C'è chi parte e chi invece resterà a casa.
C'è chi passerà un felice periodo natalizio e chi dovrà cercare di risolvere problemi personali.
C'è chi lo passerà con le persone a lui care e chi si accontenterà di quello che decidono altri.
C'è chi ci arriva dopo una bella preparazione vissuta in Avvento, c'è chi come ogni anno lo vivrà come una festa/vacanza qualsiasi.
Ecc. ecc. ecc.

In ogni caso vi auguro ogni bene e per tutti i progetti, sogni, desideri spero che sappiate vedere quale strada ha pensato il Signore per ciascuno di voi.
A tutti auguro di cuore un felice Natale e un sereno anno nuovo. Al 2011 !!


Qualche bella frase di auguri che vorrei condividere con voi tutti:

Per persone che incontriamo occasionalmente

  • In questo momento così intimo e speciale, vi giungano i nostri auguri più fervidi
  • Che la notte di Natale brilli per voi di luce, di grazia e di amore
  • Liete festività e auguri sentiti di gioia e di pace
  • A ... con gli auguri di sognare sempre giorni felici
  • Che Lei possa vivere un Santo Natale sereno tra i suoi affetti più cari
Ai nostri conoscenti più stretti (parenti, amici, morose/i ecc.)
  • Con gli auguri di tenere sempre accesa la fiaccola della fede
  • Averti è la più bella delle cose e finché tu sarai con noi, ogni Santo Natale sarà sempre più bello
  • Natale... C'è la stella cometa, ci sono i regali, ci sono però anche i dispiaceri... Ma forse la vita è anche questa: capacità di superarli. Buon Natale.
  • Un bacio sotto l'albero... Noi insieme. Noi sempre.
  • Un mondo di auguri... i più veri, i più sinceri, i più luminosi.
  • Tutte le stelle del cielo brillino sempre per voi come nella notte di Natale
Come canzone quest'anno ho scelto quella di Irene Grandi, "O è Natale tutti i giorni, o non è Natale mai". Clicca qui per il testo.


sabato 13 novembre 2010

Il computer e internet in mano ai ragazzi

Rapporto tra computer, internet, facebook, wikipedia, blog, cyberbullismo, videogiochi e molto altro e i ragazzi. In tutto questo cercherò di offrire degli spunti pratici agli educatori (insegnanti, genitori...)
Riprendo in parte il tema dell'articolo sull'amicizia attraverso internet, proponendo una riflessione più generale sull'uso delle nuove tecnologie. Fra l'altro dicendo "nuove tecnologie" prendo il punto di vista degli immigrati digitali. Coloro che con queste tecnologie ci sono nati (nativi digitali) non li sentirete mai chiamarle "nuove".
La differenza sta tutta in questo punto qua: sentire queste tecnologie parte integrante della propria vita. Gli immigrati al massimo vedono, ad esempio un cellulare touchscreen, come aiuto; a me piace collocarmi un po' in mezzo, dati i miei vent'anni! Un esempio banale: lavorando con il computer vi sarà probabilmente capitato di stampare il lavoro "per sicurezza", per paura di perderlo a causa di qualche guasto al computer. I nativi invece hanno un rapporto molto più tranquillo; intimo se vogliamo.
Il punto cruciale, come vedremo alla fine, è sporcarsi le mani e imparare a districarsi in quella che per molti è una giungla tecnologica. Non si può ad oggi, come alcuni siti ancora riportano, scrivere che il pericolo principale dei bambini è l'esposizione alle onde emesse dagli schermi della televisione: un bambino deve stare meno di due ore davanti all'apparecchio, poi deve fare pausa ecc ecc. Non che questo non sia più vero ma i veri problemi si insidiano altrove.

mercoledì 27 ottobre 2010

Il testamento di Tito e i 10 comandamenti

Riascoltavo in questi giorni "Il testamento di Tito" di Fabrizio De André.
Volendo capire cosa ne pensavano gli altri ho provato a cercarla in internet e ho letto molte opinioni a riguardo. Ho trovato delle grandi differenze di interpretazione e una gran confusione sul vero significato che De André intendeva. Inoltre molte non mi sono piaciute, perché si rifacevano al significato dei comandamenti dato dalla canzone oppure ne davano una loro personale interpretazione. Come se il vero significato fosse quello attribuitogli da De André -.- (lo ammetto molte opinioni "strane" sono su yahoo answers). Allora mi son detto, spetta che forse è meglio se ci scrivo due righe. Ormai non si può dare per scontata nemmeno la conoscenza dei dieci comandamenti..
Non mi permetto di dare una mia opinione alla canzone, che tutto sommato mi piace, vorrei solo dare l'ennesimo strumento per capirli meglio sti dieci comandamenti. Anche alla luce della canzone e della spiegazione che ho linkato.

Canzone: video e testo.
Una delle spiegazioni che mi è sembrata più aderente: http://deandre.forumfree.it/?t=26564972

lunedì 27 settembre 2010

Chiesa stanca e in crisi? Ma anche no..

Caro direttore, […] forse mi consideri un po’ disfattista per quello che ti dirò […] Noto che il mio prete (sto frequentando con la mia fidanzata il corso di preparazione al matrimonio) è un po’ stanco, almeno così mi appare […] Insomma sembra in crisi più lui che noi […] E, visto che mi sono deciso a inviare questa e-mail, ti voglio anche dire che mi pare che un po’ tutta la Chiesa scalcia (perdonami il vocabolo) come se non fosse più a suo agio nella società […] Sbaglio?


venerdì 20 agosto 2010

Creazione o evoluzione? Questo è il falso problema

Qui di seguito presento due articoli, vorrei offrirvi due chiavi di lettura diverse per capire poi le mie conclusioni alla fine. Il primo sull'evoluzionismo mette in luce come questa teoria sia mai stata completamente verificata. Il secondo articoli mostra come da un testo come la Genesi si è riusciti a estrapolare violentemente una teoria storico-scientifica (con la quale non sono d'accordo). Nell'articolo infatti sembra, ripeto sembra, che la teoria creazionista sia fondata. Non dico giusta o sbagliata, dico solo fondata su basi sicure. Le conclusioni in fondo, buona lettura!

sabato 10 luglio 2010

Pensieri circa il testamento biologico

Il “testamento di fine vita” o “living will” è un documento, simile al testamento, in cui una persona lascia per iscritto le volontà circa i trattamenti che vuole o non vuole gli vengano riservati nel caso diventi incapace di intendere e volere.

È un argomento molto delicato nonostante molto spesso lo si voglia liquidare semplicemente con: “Lascia che gli altri facciano quello che vogliono, che te frega?”. La questione non va affrontata in modo così superficiale e ha moltissime implicazioni, sulla vita di tutti. Potrebbe accadere a tutti di fare un incidente, trovarsi distesi su di un letto incapaci di intendere e volere e avere i medici che leggono il nostro testamento di fine vita per sapere cosa vorremmo ci fosse fatto.

Ultimamente il Comitato Nazionale di Bioetica ha messo a punto un parere messo a disposizione del parlamento, il quale potrà svolgere con maggiore cognizione di causa il suo dovere legislativo. Secondo la sola opinione del comitato, ovviamente. Questo parere prevede che il medico debba prendere in considerazione il testamento di ogni persona, ma non sarebbe però obbligato ad osservarlo. Per la sacrosanta obiezione di coscienza, che non collide, ricordo, con il giuramento di Ippocrate.
Partiamo rilevando come i progressi medici continuino, e come questo porterà per un numero sempre maggiore di persone un allungamento della vita. La questione diventa man mano che passa il tempo sempre meno rimandabile. Fino a pochi decenni i problemi di “fine vita” erano rari. Oggi invece è arrivato il momento di prendere una decisione chiara e in tempi brevi (ma non senza essersi informati prima).

Quali sono le varie argomentazioni pro e contro questo strumento? Di seguito ne prendiamo in esame le più importanti e rilevanti e ci ragioniamo sopra.

Opinione e salute: vanno a braccetto?
Devo farlo in condizioni di salute perfetta, altrimenti sono condizionato dalla paura, dall'ansia ecc. Quindi cosa fare con chi già adesso è in situazioni a rischio? Queste persone sono condizionate dalla loro situazione e la loro decisione sarebbe di conseguenza essere influenzata.
A questo punto come comportarsi? Consentire a tutti l'uso del testamento senza interessarsi della loro condizione? Si potrebbe lasciar scritte varie istruzioni a seconda delle varie situazioni in cui ci si potrebbe trovare.
E se per esempio dopo un anno la persona si risvegliasse? Non sarebbe accaduto se tale persone avesse lasciato scritto di non voler ricevere cure invasive. Si sarebbe allora costretti a nominare una specie di tutore a cui affidare la decisione nel caso si fosse impossibilitati, in modo che esso valuti la situazione esterna (progressi della medicina per esempio) e prenda una decisione più informata. I miracoli accadono, la medicina fa continui progressi, l'opinione non è mai sempre ferma.. Tante cose che in un pezzo di carta trovano difficilmente adeguato spazio. Impossibile prevedere tutto, anche volendo.
Chi può dire infatti quale sia ad oggi la decisione di una persona a una situazione ipotetica e imprevedibile? Trovandosi nella quale potrebbe, fra l'altro, cambiare opinione. Tornando a noi: l'opinione più giusta è quella presa da sani o quella presa quando si sta male? Nel caso dell'incidente stradale, per fare un esempio banale, non è possibile molte volte prendere una decisione da “malati”. Quindi bisognerebbe concludere che l'opinione che conta è quella presa da sani, per uniformità di pensiero. Ma se poi si cambia idea? Vale o no?
Al giorno d'oggi, molte volte, ci capita di far attendere la nostra decisione su questione fra virgolette banali e magari siamo anche capaci di cambiarla all'ultimo momento per le scuse più varie. Una decisione del genere dovrebbe a rigor di logica richiedere tempi titanici, e potrebbe portare a forme di ossessione e ansia: "ho preso la decisione giusta o no?" Siamo agli estremi, certo, ma tutto può accadere.
Per quanto si tenti di banalizzarla è sempre della propria vita che si parla.

Rapporto medico-paziente
Si potrebbe affidare ad una persona terza la valutazione circa i progressi medici e se questi siano sufficienti a garantire qualche speranza di risveglio. Consegnare a terzi (genitori o parenti) la propria decisione non è quello che già accade oggi allora?
Recuperare quel rapporto medico-paziente che si sta perdendo in nome della libertà dell'individuo (sembra di rivivere l'illuminismo per certi aspetti) è essenziale per la medicina e la società civile in genere. Una persona non in grado di decidere autonomamente dovrebbe, secondo me, riporre la sua fiducia nel medico e nella sua valutazione della situazione. Se il medico ritiene che la terapia sia un inutile accanimento terapeutico allora sarà chiamato a porvi fine. Come oggi accade, o dovrebbe.
Ecco perché ritengo che il soggetto più titolato a prendere tale decisione non sia la persona direttamente interessata. Anche ammesso che la sua situazione sia libera da condizionamenti derivanti dalla sua situazione come dicevo prima. Nemmeno un fiduciario o un vice nominati nel testamento potrebbero avere, di conseguenza, la titolarità di decidere. Sarà eventualmente il medico, a cui spetta la decisione finale, a consultarsi con parenti, medici o chi ritiene più opportuno.

Tesi estreme
Nei casi di stati vegetativi permanenti si potrebbe pensare di usare il corpo per sperimentazioni scientifiche, tanto per fare un esempio. Si potrebbe anche ucciderla, tanto la persona è già morta, non c'è più. Questi soggetti sono morti in quanto persone, non in quanto esseri umani. È necessario fare una distinzione: non tutti gli esseri umani sono persone.
Sorpresi? Bé, ci sono persone e articoli in cui si trova sostegno a queste affermazioni. Io per queste parole uso invece la parola sconcertante. La mia ovviamente è un'opinione personale ma sostenere il testamento biologico in questi termini è disumano. Posso ammettere a discutere liberamente altre motivazioni, ma non di questo stampo e quindi non spreco altre parole a riguardo.

Uomo padrone di se
L'uomo storicamente cerca di ampliare il suo potere decisionale a ogni aspetto della vita, di chiunque essa sia. Pensiamo all'aborto e al divorzio (da non mettere sullo stesso piano comunque). Nel nostre tempo siamo arrivati al controllo sulle nascite, ed ora si sta cercando di decidere anche sulla morte.
L'uomo vuole essere, e prima facevo riferimento giustamente all'illuminismo, padrone di se. Vuole essere il dio di se stesso (e se riesce anche degli altri) in grado di decidere su ogni cosa. La vita non è più vista come un dono da vivere e trattare e conservare con cura, su questo siamo tutti d'accordo. Almeno non arriviamo a trasformarla in una merce qualunque. A cosa arriveremo altrimenti?
Si potrebbe insinuare che lo strumento del testamento biologico verrà usato come cavallo di troia per la legalizzazione dell'eutanasia? Il passo è breve, attenzione. Anche perché coloro che si battono per l'introduzione del “testamento biologico” sono quasi sempre gli stessi favorevoli all'eutanasia e all'aborto. Non sto insinuando niente, ma il passo è breve. Ed è storicamente dimostrabile di quanto breve, a volte, possa essere il passo.

Strumento inutile
A questo punto la domanda finale da porsi è: questo “strumento di maggiore libertà di decisione personale” è veramente tale? Serve davvero a cambiare i trattamenti sanitari che riceveremmo?
Consideriamo sinteticamente le possibilità che ha il paziente con il testamento biologico:
1) Chiedere al medico di assumere una condotta al limite dell'eutanasia
2) Chiedere al medico di applicare terapie ed insistere oltre ogni ragionevole limite
3) Chiedere al medico di fare quello che vuole, fidandosi quindi del suo giudizio

Dato che il medico non è obbligato a fare quello che c'è scritto nel testamento, i primi due punti finiscono per coincidere con il terzo. Quindi finora abbiamo discusso per niente? No, perché con questo si dimostra come lo strumento in se sia inutile. Nei paragrafi prima cerco di ragionare sul perché l'uomo non deve decidere anche sulla sua morte.
Ed ecco che si torna al punto del dialogo medico-paziente, senza bisogno di inutili legalismi e formalismi contrattuali. Ricordo che l'interesse del medico è curare, non uccidere o accanirsi terapeuticamente. E questo interesse è lo stesso del paziente. O almeno dovrebbe.

Conclusioni
Nella stesura di questo articolo sono stato combattuto dalle diverse opinioni e da un sostenitore del testamento di fine vita ne sono diventato un oppositore. Non l'ho detto all'inizio perché non volevo influenzarvi o farvi pensare che con questo articolo io volessi far cambiare idea a qualcuno. Nel senso che non volevo con questo articolo imporvi un cambio di pensiero, ma presentare la mia opinione su esso e ragionarci insieme con i vostri commenti.
All'inizio avevo inteso questo strumento come semplice strumento di scelta, mi accorgo ora di quanto superficiale fosse quell'idea.
Il mio obiettivo, come sempre, è di informarsi e discutere di temi importanti e delicati. E spero vorrete approfittare della possibilità di commentare e dire la vostra come in ogni articolo. E non abbiate paura di dire la vostra, tuttalpiù che potete rimanere anonimi ;-)

- Articolo di apprfondimento che offre una visione scientifica della questione: Per la cura e contro l'abbandono: una prospettiva scientificamente fondata

- Eutanasia: Togliere l’acqua? Non si ammazzano così neanche i cavalli
- Appello al parlamento "Si, torniamo alla legge"

giovedì 10 giugno 2010

Iniziativa Arcigay Udine - Manifesti contro l'omofobia

Da Martedì 17 Maggio e per i successivi dieci giorni giorni sono stati appesi a Udine dall'associazione Arcigay manifesti contro l'omofobia in occasione del ventennio della sede locale. L'immagine raffigura una coppia omosessuale che si bacia (un manifesto per sesso), con lo slogan: "Civiltà: prodotto tipico friulano". Personalmente una delle mie prime reazione è stata di forte perplessità.
L'argomento è di quelli che di solito sollevano incomprensioni e intolleranza, spero in questo articolo di riuscire a ragionare con voi e discuterne poi nei commenti con chi ne approfitterà.

L'immagine del manifesto
Come sarei contrario a mettere una coppia eterosessuale che si bacia (o in altre faccende affaccendata), sono contrario anche a questa immagine. Le immagini valgono molto perché hanno un impatto immediato, e questo tipo di immagine può, secondo me, essere considerata una forma di violenza nei confronti dei bambini perché lancia un modello comportamentale che non è normale (più avanti spero di spiegare meglio il concetto normale che qui sa di intolleranza). Inoltre tollerare questo tipo di immagini significa spingere il limite della decenza sempre più in là: già siamo stracolmi di donne mezze nude, frasi oscene e doppi sensi legati quasi sempre al sesso. Vogliamo andare sempre più in là? Ecco perché diventa importante fissare dei paletti oltre i quali stop, non si va per nessun motivo. Sarò sicuramente taggato come illiberale, ma la decenza non può ammettere troppa opinabilità.

L'intolleranza
La Chiesa rispetta i gay in quanto persone ma stare insieme non vuol dire solo piacere fisico. È una cosa innaturale nel caso degli omosessuali, l'uomo e la donna che si uniscono in matrimonio sono fatti per generare e sono parole di illustri atei e anticlericali (per conoscere brevemente il vero pensiero della Chiesa in proposito ti invito a leggere questo articolo: Omosessualità - comprendere per rispettare).
Detto questo è quindi importante rendersi conto di come l'intolleranza ai livelli di "gay al rogo!", "via i froci dalla città" e via discorrendo riguarda una parte minima della popolazione. Molti sono per il vivi e lascia vivere. Non si preoccupano del problema fino a che non salta fuori come in questo caso. Iniziative come queste invece di creare informazioni scatenano solo le solite inconcludenti proteste. Proteste spesso confuse con l'omofobia mentre in realtà ci sono anche altre ragioni per protestare come nel caso delle immagini.

Quindi? Scopo dell'iniziativa?
La domanda che sorge spontanea dopo queste riflessioni è: qual'è lo scopo di questi manifesti? Io credo nella loro buona fede e quindi non penso lo facciamo per creare proteste.
Forse ci vogliono tutti gay allora? Da domani facciamoci tutti gay, così entro sessantanni il genere umano non esisterà più! Frase chiaramente provocante. Vorrei però farvi riflettere sul fatto che le tendenze omosessuali non dovrebbero essere presentate in se stesse come valori, o come equivalenti alle tendenze eterosessuali (una sorta di neutrale alternativa). Ciò significa per esempio che non si può mai augurare a qualcuno di avere forti tendenze omosessuali. Nello stesso tempo significa che i genitori devono educare i loro figli in modo da aiutarli a scoprire la ricchezza della differenza sessuale.

Reazioni
Subito sono spuntati altri manifesti con lo slogan: "Frocio, la natura e il mondo vi ripudiano". Qui scadiamo nel campo dell'ignoranza che porta, da sempre, a scelte sbagliate. Fortunatamente questi resteranno una piccola minoranza, il resto delle persona continuerà a discutere civilmente.

Conclusioni
Oggi in corriera stavo discutendo della questione con una mia amica, ed è saltata fuori una proposta perlomeno interessante.
Nell'idea comune i gay non sono molto ben visti e infatti la parola è usata come offesa (di solito scherzosa), le lesbiche sono associate alla sessualità e quindi al piacere (anche se la cosa non è molto diffusa secondo me). Le loro campagne dovrebbero essere indirizzate a spiegare cos'è il loro rapporto e non lanciare provocazioni o frasi, seppur belle, ma che lasciano il tempo che trovano.


Sono molto curioso di leggere i vostri commenti per sapere come la pensate. Anche perché scommetto che ci sono un sacco di riflessioni e questioni legate a questo tema che non mi sono venute in mente.

Altri articoli e approfondimenti sul tema:
- Omosessuali si nasce? (video)
- Omosessuali in politica, non vedo perché no!
- «L'Omofobia? Una grande bufala» Parola di ex gay militante

- "Luca era gay" e il tabù della conversione

sabato 22 maggio 2010

Fra apparizioni e incredulità - Medjugorje

Scienza e verità divina, scetticismo e fede profonda, potere laico e potere religioso, riscoperta del proprio credo e business. Un solo nome, Medjugorje.

RAI uno: trasmissione su Medjugorje. Una donna sostiene di aver ripreso l'apparizione della Madonna. Il filmato è mandato in onda dalla RAI. La qualità del filmato non è la migliore, anzi. Dura una decina di secondi, la presunta Madonna mi appare come una macchia bianca, sembra una figura umana, ma non si scorge volto né niente. Vedo solo una macchia bianca, ma in televisione non solo la donna, ma anche il conduttore televisivo (che fino ad allora ha mantenuto una grande neutralità e un razionale distacco dalla questione per evitare di cadere in eccessi e vedere cose dove non ci sono o viceversa) afferma che è una figura antropomorfa (la forma è quella umana...scusate per la rozzezza dell'espressione, ma non saprei come dire altrimenti). In attesa di rintracciare il video su internet, visto che l'onda mediatica non si farà attendere molto penso, mi fido del conduttore. Una figura umana. Chi è? La Madonna? Un effetto ottico accentuato dalla bassa qualità del video? Un imbroglio? Un video preparato per convertire e dare un senso al pellegrinaggio di migliaia di cristiani?

Ciò che nel video si vede, o meglio, il conduttore e il pubblico vede unanimemente, è una figura dalle sembianze umane. Di per sé il fatto che questo video sia stato fatto a Međugorje porta i credenti a pensare che sia la Madonna.. La Chiesa non prende posizione sulle apparizioni. Prendere posizione porterebbe un contraccolpo evidente. I credenti "inquadrati" nel sistema ecclesiastico forse troverebbero un motivo di pellegrinaggio, un rafforzamento alla loro fede. Ma l'opinione pubblica vuole prove, vuole fatti, vuole scienza. Una Chiesa che difende a spada tratta le apparizioni a Medjugorje sarebbe facilmente attaccata, come è sempre stato quando ha difeso l'originalità dei miracoli. Che sono un'arma a doppio taglio. Chi crede trova in essi conferma, chi non crede può attaccare la Chiesa per il fatto che i miracoli accadono ai singoli, sono come il processo cognitivo empirista, non si può dargli una valenza oggettiva per tutti.
In parole povere, crede ai miracoli chi li vive e chi ha una fede religiosa già radicata. L'esperienza del miracolo che ha avuto una persona non è espandibile alla intera umanità.
Questo porta a un'ulteriore domanda. Perché il miracolo accade solo a determinate persone? D'altronde rispondere che accade a chi ha fede non è proprio la migliore delle risposte. Da un punto di vista umano ci si chiede se forse non abbia più bisogno del miracolo chi non crede, in modo da poter convertirsi; da un punto di vista psicologico è fin troppo facile dire che l'influenza di strutture mentali religiose potrebbe portare a vedere miracoli laddove di miracoloso forse non c'è niente.

La trasmissione prosegue, il clima si fa meno disteso, c'è chi ammette che sicuramente è la Madonna, d'altronde il video è stato girato a Međugorje. L'unico opinionista (termine che usiamo a sproposito per indicare i commentatori dei reality show e degli eventi sportivi) con un po' di lucidità dice la cosa che è più ovvia: "Il video al massimo può mostrare che si vede una donna. Non può mostrare che quella donna sia la Madonna". Un fulmine a ciel sereno. Nessuno ha preso in considerazione questa possibilità. Un'ora di discussione e nessuno ci ha pensato.
Il nostro cervello, come vedete, è facilmente influenzabile, da fattori spazio-temporali, strutture mentali che necessariamente nella nostra vita si sono formate. E di fronte a tutto questo io rimango nel mio agnosticismo.

Matteo Maran


Considerazioni a cura di Don Loris Benvenuti
Niente di nuovo sotto il sole. Tra le tante (o poche) domande da porsi, potremo aggiungere questa: più di qualcuno, dicono i Vangeli, era presente ai miracoli di Gesù, eppure non tutti hanno creduto. Anzi di più, di fronte alla risurrezione di Lazzaro, i capi del popolo ritengono la misura colma e decidono che Gesù va eliminato.
Mi sembra evidente che il concetto di verità, scientificamente inteso, ha fatto il suo di tempo e certamente non ha reso un grosso servizio (sembra a me) a tutto ciò che è squisitamente umano. Forse si tratta di pensare ad una verità che per essere incontrata ha bisogno del contributo del soggetto, della sua libertà. Detto in altre parole: non c'è più sordo di chi non vuol sentire... e questo detto non di Medjugorje, ma di qualsiasi cosa. Banalmente verrebbe da ricordare che se anche facessi a pezzi la mia ragazza, innamoratissima, non riuscirei a trovare traccia del suo amore. Lo troverei solo nella disponibilità (libertà) mia a guardare lei e i suoi gesti dentro un significato ben preciso, solo allora mi si schiuderebbe qualcosa. Prima no.
Io resto nella mia fede, pur ricordando che le apparizioni della Madonna - anche quelle ufficiali: Lourdes, Fatima - non costituiscono una condizione senza la quale uno non possa avere la fede; e ci resto perché la testimonianza di persone che mi hanno accolto e mi hanno voluto bene hanno reso presente a me l'amore di Cristo.
Caro Matteo forse quel che manca a volte (non dico a te) è un'apertura di cuore, guardare le cose nel loro offrirsi come orizzonte, simbolo di un senso più grande. Per meno di questo non si va nemmeno allo stadio o dentro un cinema.

So long
Loris

sabato 3 aprile 2010

Sacerdoti non degni - Pedofilia

Caro direttore, le scrivo perché di recente il programma TV “Le Iene” ha mostrato alcuni ministri di Dio che non utilizzavano le mani solo per benedire, ma anzi, per toccare e appurare cose che il voto di castità dovrebbe proibire. […] Sono stanco di sentirmi rispondere “Anche i preti sono uomini e come tali sono anche peccatori”, la reputo una risposta di comodo. […] Non si può negare che si siano pure cattivi sacerdoti! […] Un cattivo ministro di Dio quanto può deturpare la Chiesa?
Stefano, Bologna

Caro signore, ha detto benissimo, ci sono dei “cattivi” sacerdoti, né io l’ho mai negato. Ma la cosa proviene dal fatto:
1. che sono stati mitizzati, quasi figli di un Dio maggiore;
2. che sono stati considerati irreprensibili, inattaccabili, immarcescibili;
3. che – proprio per le prime due ragioni – sono stati posti su una nicchia e sotto vetro, bene in vista, per cui si è lentamente dimenticato che quei signori lì erano come tutti gli altri uomini né più né meno.

“Ma hanno scelto una professione… Ma hanno fatto un voto… Ma hanno giurato al vescovo…”. Quanti uomini hanno scelto professioni, fatto promesse, giurato fedeltà ai loro capi e poi hanno combinato pasticci colossali? Nella schiera, in questa schiera, ci sono imperatori e regine; nobili e ministri, e ancora governatori, giudici, avvocati, psichiatri, professori universitari, imprenditori, commercianti, mariti, mogli, fidanzati: chi ha giurato sulla costituzione, chi davanti a Dio, chi davanti al popolo, chi davanti alla propria coscienza…

Or dunque, anche se lei si è stancato di sentirlo, occorre ribadire con forza e convinzione che i preti sono uomini come tutti gli altri e peccatori come tutti gli altri. E, badi bene, questa non è una giustificazione ma semplicemente una lapalissiana verità! Il prete ha ricevuto il sacramento dell’ordine, gli altri quello del matrimonio (quanti fedifraghi infedeli?) e quasi tutti hanno ricevuto gli altri 5 sacramenti. Non esiste purtroppo nessun sacramento che renda immuni gli uomini dal peccato (a cominciare dal Papa e finire all’ultimo clandestino sbarcato con la più scassata carretta del mare). Un cattivo ministro di Dio può deturpare il volto della Chiesa tanto quanto un cattivo ministro della repubblica, tanto quanto un cattivo spazzino! Fortunatamente là dove noi vediamo l’esteriorità superficiale, Dio vede l’interiorità più profonda, è ben per questo che il nostro giudizio è in genere e in specie tanto lontano dal suo.



Conclusioni:
"La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d'angolo" (Salmo 117): piccola citazione molto azzeccata in questo contesto secondo me. I preti sono uomini e come tali sono anche peccatori: frase che non reputo assolutamente una risposta di comodo. I Santi si confessavano anche una volta al giorno se necessario. Se non si capisce che la Chiesa non è un partito politico e quindi non risponde a logiche di potere ma di amore non si è capaci di vedere sotto la giusta luce i suoi errori.
Attenzione, non sto dicendo che gli errori degli uomini di Chiesa sono da considerare di meno, ma appunto al pari degli altri.
Vorrei riuscire a farvi capire che è fondamentale informarvi dalle persone/fonti giuste per comprendere meglio i fatti.
Con questo non sto evitando di parlare del tema dell'articolo, e magari rischiare di essere accusato di difendere la pedofilia, al contrario. Però come ho già scritto nel precedente articolo mi fido di coloro che hanno la responsabilità di agire (consiglio il precedente articolo: Scandalo Chiesa - Pedofilia).
Non so se sono stato molto chiaro, ditemi se devo riscrivere meglio qualche parte, grazie :-)


Alcuni link per approfondire il tema (suggerimenti su altri articoli interessanti sono molto graditi):
- Dati & Numeri della pedofilia
- http://www.libertaepersona.org/dblog/storico.asp?s=Pedofilia
- http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=331
- Rimando a questo secondo articolo sul tema pedofilia e attacchi alla Chiesa per apprfondire meglio (in fondo a questo secondo articolo ci sono altri link molto ma molto interessanti).

giovedì 25 marzo 2010

Scandalo Chiesa - Pedofilia

Abusi reali e notizie virtuali,
hanno fatto saltare fuori abusi sessuali nel coro diretto dal fratello del Papa, poi si è scoperto che erano casi degli anni Cinquanta già noti e chiusi giuridicamente, precedenti all’incarico di Georg Ratzinger.
Ci hanno detto che la ministro della Giustizia tedesca ha accusato la Chiesa di aver opposto «un muro di silenzio», poi si è scoperto che se la prendeva con le singole scuole dove erano avvenuti i fatti.
Ci hanno fatto pensare che il documento De delictis gravioribus fosse una direttiva segreta per gestire la pedofilia nel silenzio, poi si è scoperto che il documento, pubblicato nel 2001 (altro che segreto), fu concepito per portare la gestione dei casi più gravi a Roma per evitare insabbiamenti locali.
Hanno dipinto la Germania come un vespaio di preti pedofili, poi si è scoperto che dal ’95 a oggi su 210 mila casi di reati contro i minori solo 94 riguardavano ecclesiastici, cioé 1 su 2.000.
Ci hanno raccontato che il cardinale Schönborn ha messo in relazione pedofilia e celibato, poi, il giorno dopo, hanno detto che si erano sbagliati. Hanno continuato a insistere sul collegamento tra celibato e pedofilia, mentre gli esperti fanno notare che la maggior parte dei pedofili è sposata. Hanno insinuato che nella Chiesa si mette in dubbio il celibato dei preti, poi si scopre che nei documenti, nella vita e nelle intenzioni, questa pratica resta immutata.
Domanda: siamo proprio sicuri che la pedofilia è il problema principale che affligge la Chiesa di Ratzinger? A noi sembra solo l’ennesima pagina un po’ isterica di confusione mediatica.



Bruno Mastroianni


Conclusioni: la stampa non è nuova a queste mistificazioni, ci ricordiamo il "caso" del Papa durante il viaggio in Africa che parla di preservativi? Ebbene, questa è la prima volta che pubblico un articolo del genere, ma mi sembra un atto doveroso e dovuto. Sono veramente stufo di sentire e leggere bugie sui telegiornali e sui giornali. Credetemi se vi dico che questo non il primo e non sarà l'ultimo caso montato ad hoc dai media. Vi prego di fare molta attenzione a quello che sentite e soprattutto se ne avete occasione chiedete sempre a qualche persona di fiducia.
Vorrei dire un attimo la mia su questo scandalo: penso che i preti colpevoli di aver danneggiato per sempre dei bambini vadano senza dubbio puniti. Riguardo le modalità mi fido completamente di chi ne ha la responsabilità. Detto questo, a costo di essere impopolare, aggiungo che il perdono è una virtù fondamentale del Cristianesimo. È difficile, non lo metto in dubbio ma è questa la strada da percorrere (ricordiamoci il caso dei Lefevbriani perdonati da Papa Benedetto XVI). Quindi, e concludo, cerchiamo di non avere troppa fretta nel giudicare i comportamenti della Chiesa: soprattutto adesso che sappiamo che la verità propinataci è tutta da verificare.


Alcuni link per approfondire il tema (suggerimenti su altri articoli interessanti sono molto graditi):
- Dati & Numero della pedofilia
- http://www.libertaepersona.org/dblog/storico.asp?s=Pedofilia
- http://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=331
- http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-preti-pedofili-usa-in-parte-forse--una-gran-bufala-441.htm
- http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_articolo=752

martedì 23 febbraio 2010

La verità è solo una bugia detta a fin di bene?

Leggendo il Bollettino Salesiano di Febbraio sono rimasto colpito, nella sezione domande al direttore, da una in particolare.

Lei, direttore, che ne pensa della bugia, detta a fin di bene e […] della bugia in generale? Ci tengo a un parere […] soprattutto oggi.
Rosario, Catania


Caro signore, in America un presidente che dice bugie al congresso o alla nazione, perde il posto. È capitato. Nel Vecchio Continente più smaliziato la bugia è in voga e la verità ha perduto consistenza. La catechesi minuziosamente praticata dalla Chiesa, dai genitori e soprattutto dai nonni ai bambini faceva della bugia uno spauracchio da evitare e le prime confessioni dei piccoli avevano come incipit: “ho detto bugie!”.

Oggi però, il vocabolario etico sembra sovvertito al riguardo. Non ci si fida più di nessuno: la bugia è sempre dietro l’angolo, sempre in agguato. Un tempo, nemmeno troppo lontano, la parola data era garanzia di verità: venir meno alla parola data era uno scandalo e soprattutto una vergogna: il colpevole veniva messo alla gogna e scansato da tutti. Bisognava essere “uomini d’onore”. Oggi “essere uomini d’onore” significa essere mafiosi, né più né meno.
La parola data è considerata poco più di un “pourparler”, un “pro forma”, un intercalare senza spessore. Uno che dice la verità non è né furbo né intelligente, è solo un povero stupido. Ciò sembra valere soprattutto nei gradini alti, per esempio nella politica: si dice che la diplomazia è l’arte di dire bugie, e l’Europa è la madre nobile della diplomazia. Abbiamo inventato “la bugia a fin di bene”, il che farebbe arrossire Gesù Cristo per il quale: “il vostro parlare sia sì se è sì e no se è no, il resto viene dal maligno!”. Così, caro signore, la bugia ha conquistato posizioni sorprendenti nella scala sociale, è salita in cattedra e, ahimè, è in bocca a capi di Stato, ministri, sottosegretari, sotto/sotto segretari, superiori, religiosi, preti, laici… Forse quelli che dicono meno bugie sono proprio i bambini. Il mondo s’è rovesciato. Per essere sicuri che qualcuno dica il vero e non ci freghi oggi occorrono firme autenticate, timbri, marche da bollo, avvocati, notai, ecc. La vecchia stretta di mano è stata messa in soffitta, la parola data è poco più che spazzatura: “Carta canta”, dicono tutti. La verità è diventata di carta!
Lei non ha un po’ di nostalgia di nostra vecchia signora Verità?





Conclusioni:
Nessuno ci chiede di non dire più nessuna bugia. O meglio: quello è l'obiettivo, ma ad un obiettivo ci si arriva in piccoli passi.
Quello che possiamo impegnarci a fare è rinunciare a tutte quelle bugie dette per non voglia di far qualcosa, per nascondere le nostre responsabilità e i nostri errori. Potrei continuare, ma credo che il messaggio sia stato recepito.

sabato 6 febbraio 2010

Mentalità giovanile: non lasciamola a se stessa

“È difficile riuscire a capire la mentalità dei giovani”: affermazione questa riferibile a molti adulti di oggi che non ricordano più la loro gioventù, ma risulta un compito arduo capire se stessi anche per i giovani.
Inevitabilmente negli ultimi anni molte cose sono cambiate, ma ciò che più colpisce è la crescente indifferenza dei ragazzi di fronte a tutto ciò che accade nel mondo ad esclusione degli eventi che li riguardano direttamente.
A mio parere poche sono le persone che si fermano un attimo per riflettere sulle proprie azioni o sulle proprie emozioni e in numero ancora minore sono i giovani. Anzi, quando qualcuno li invita a farlo diventa "uno che non si fa gli affari suoi".
Questo fatto non è dovuto soltanto al carattere innato di una persona ma anche alle influenze dovute alla sua educazione, alle esperienze vissute e agli ambiti sociali in cui si muove e agisce. Tutti insieme questi fattori contribuiscono a formare ed arricchire il patrimonio personale di ciascuno di noi ed è per questo motivo che riconosco nella società la causa principale della caduta di tensione ideale che caratterizza i più giovani.
Al giorno d'oggi per esempio la televisione non ha più la funzione educatrice e d'informazione che aveva un tempo ma trasmette quasi esclusivamente spettacoli di intrattenimento che spesso riportano esempi da non seguire e totalmente privi di valori. Anche la scuola fa fatica a indirizzare i propri alunni verso certi ideali e in aggiunta gli ambienti sportivi incitano le persone ad una competizione sfrenata che proti ad ogni costo alla vittoria.
Molto importante è anche il ruolo della famiglia che dovrebbe essere la principale fonte da cui attingere i più alti ideali ma che molte volte non trova il tempo per parlare di particolari situazioni e aiutare a riflettere su altre finendo sopratutto per dimenticare l'importanza della figura che rappresenta. È possibile trovare un'ulteriore causa di indifferenza giovanile anche nell'ateismo. Il credere in qualcuno o qualcosa di importante accresce il senso dei valori e porta una persona ad assumere determinati comportamenti e posizioni rispetto ad altre e cercare un confronto mirando a obiettivi prefissati. Molti ragazzi per scelta delle persone che gli stanno accanto oppure per volontà propria non professano nessuna religione e quindi sono privi di alcuni modelli che possono aiutare a crescere interiormente nel rispetto degli altri.
In conclusione, pur essendo consapevole di possedere mentalità giovanile, “da ragazzi”, posso affermare seguendo la mia linea di pensiero che i giovani d'oggi sono molto influenzati dalla società, che stenta a fornire ideali giusti da seguire, e di conseguenza cadono nell'indifferenza interessandosi sempre meno ai problemi e allontanandosi dalla cose più importanti che però fanno riflettere ma comunque non bisogna dimenticare che molti ragazzi hanno dei valori ben saldi. Se tutti quanti possedessimo maggiori e migliori ideali probabilmente esisterebbe un mondo migliore e non ci si dovrebbe preoccupare troppo degli atteggiamenti sbagliati della gioventù.
Quello che ho esposto fino ad ora è certamente una verità ben nota ma ciò che molte volte non si riesce o non ci si sforza di notare è che tutti siamo diversi e proveniamo da ambienti differenti e quindi non trovo per nulla scontato spezzare una lancia a favore dei ragazzi che cercano di non uniformarsi alla massa ma che con la propria veste e i propri valori riescono a distinguersi e a formarsi una propria personalità.


Chiara Foschia


Conclusioni:
Ringrazio sinceramente Chiara per avermi lasciato pubblicare il suo tema e rinnovo l'invito a chiunque pensi di avere un'idea in testa (tutti) a provare a scriverla.
Volevo fare solo alcune precisazione che mi sono venute in mente mentre leggevo l'articolo.
1) Quando si parla dell'assenza dei valori in televisione non mi trovate d'accordo. La televisione e la società offrono una varietà di "contro valori" assolutamente belli (bellezza effimera) e ingannevoli. Entrano molto facilmente nelle nostre coscienze giorno dopo giorno, e questo annebbia sempre più la nostra capacità di comportarci da uomini liberi e molto spesso arriviamo a essere d'accordo con la televisione sempre più spesso. Attenzione, non pensate solo a sesso e violenza perché sono solo la punta dell'iceberg.
2) La famiglia deve riassumere il ruolo centrale di educatore primo di un bambino/a, invece oggi si assiste con sempre maggiore preoccupazione alla cosiddetta emergenza educativa a cui la Chiesa vuole porre rimedio. Venendo additata al solito come "uno che non si fa gli affari suoi". Io vorrei lanciare un appello ai genitori affinché imparino a esserlo e non pensare che il vostro metodo sia perfetto come spesso accade. Casi estremi: i genitori vegetariani che per le loro idee quasi ammazzano i figli per denutrizione, i genitori drogati, i genitori troppo protettivi ecc.

sabato 30 gennaio 2010

Giovani: senza valori?

È proprio vero che i giovani negano ogni valore? È vero che sono nichilisti? Conviene, con i giovani, non essere mai troppo sicuri nei giudizi. L’arcipelago dei giovani non è omogeneo, troppo spesso i giudizi su di loro sono affrettati e non corrispondono a verità.
Eppure li vediamo anche isolati, rinchiusi nel loro narcisismo, con poca voglia di combattere, spesso in preda a molte dipendenze come la droga, l'alcolismo, il disimpegno anarcoide. Generalmente non vogliono sentire parlare molto di Chiesa, di religioni, tanto meno di politica. Preferiscono di gran lunga la musica, lo sport, le nuove tecnologie informatiche, la compagnia dei pari, il sesso. Amano viaggiare, cimentarsi in sport estremi...

I GIOVANI SPECCHIO DELLA SOCIETÀ
Lamentarsi dei giovani di oggi è quasi una moda. Pensiamo tuttavia che sia eccessivi entusiasmi sia giustificazioni semplicistiche non abbiano molto senso. I giovani di oggi sono espressione, anzi specchio, della società che abitiamo. Siamo fortemente concentrati sul lavoro – in genere entrambi i genitori – sul profitto, sul benessere a tutti i costi; siamo fortemente stressati da una continua ricerca di cose (quelle che “tutti hanno” o dovrebbero avere), con una forte connotazione individualistica e privatistica. I valori morali, la fede, le religioni hanno molto spesso un posto secondario, quando addirittura non assente: i valori li stabiliamo noi, la Chiesa – si dice – farebbe bene a rimanere nella sfera propria interna (interna alle proprie chiese, s’intende) e non intervenire nelle cose pubbliche, ed è bene che taccia anche su temi che riguardano i valori morali, la famiglia, la solidarietà.

La famiglia, poi, certamente esiste (anche se aumentano molto i single e le famiglie di fatto), ma che tipo di famiglia è? Frequentemente è poco proiettata sui valori propri di un nucleo familiare, sul bene da costruire insieme, anche se il senso di appartenenza è molto forte. Aumentano i matrimoni civili, l'età in cui si “convola a nozze”, come anche le cosiddette “nuove” famiglie e i divorzi. Il numero dei figli è notevolmente ridotto, con bambini super protetti e super coccolati, qua e là anche viziati; il tempo dedicato all'educazione dei figli è ridotto e troppo spesso demandato ad altri. E allora, nei giovani si manifesta la problematicità e complessità delle nostre società, come anche della famiglia. La scuola e le altre comunità formative s’impegnano per i giovani e cercano di dare del loro meglio. Non sempre però i risultati corrispondono alle attese.

EPPURE SONO CAPACI DI GRANDI VALORI
Ci sono, sì, forti segnali di pessimismo attorno ai giovani e alla loro capacità di scoprire grandi valori e donarsi a grandi ideali. Recentemente il filosofo Umberto Galimberti ha affermato dei giovani: “Interrogati non sanno descrivere il loro malessere perché hanno ormai raggiunto quell’analfabetismo emotivo che non consente di riconoscere i propri sentimenti e soprattutto di chiamarli per nome. E del resto che nome dare a quel nulla che li pervade e che li affoga? Nel deserto della comunicazione, dove la famiglia non desta più alcun richiamo e la scuola non suscita alcun interesse, tutte le parole che invitano all’impegno e allo sguardo volto al futuro affondano in quell’inarticolato all’altezza del quale c’è solo il grido, che talvolta spezza la corazza opaca e spessa del silenzio che, massiccio, avvolge la solitudine della loro segreta depressione come stato d’animo senza tempo, governato da quell’ospite inquietante che Nietzsche chiama 'nichilismo'. E perciò le parole che alla speranza alludono, le parole di tutti più o meno sincere, le parole che insistono, le parole che promettono, le parole che vogliono lenire la loro segreta sofferenza languono intorno a loro come rumore insensato” (L'ospite inquietante. I giovani e il nichilismo, Introduzione).

Eppure i giovani danno anche grandi segnali di speranza a una società appesantita e concentrata su cose effimere. Ricercano la verità più profonda quando sognano giustizia, solidarietà, pace, coerenza. Quindi esprimono una ricerca della verità e non solo nichilismo. I giovani sono capaci di grandi valori, aspettano soltanto i loro animatori, chi possa incontrarli lì dove sono e segni il cammino da percorrere, gli ideali da seguire, le modalità per affrontare la prova e scoprire il senso del sacrificio. I giovani nell'incontrare Giovanni Paolo II sono stati conquistati dalla sua autenticità e dalla forza morale nell'indicare i valori da seguire, anche controcorrente; l’hanno seguito fino alla fine, lo hanno amato perché si sono sentiti da lui amati.

RITORNIAMO AI GIOVANI
Le domande che vengono dalla vita dei giovani di oggi, la loro situazione complessa e i loro bisogni profondi fanno appello alla nostra capacità educativa, al tempo che loro dedichiamo, al nostro senso di responsabilità per le future generazioni. Occorre ritornare ai giovani, progettare per loro e con loro, sognare con loro il futuro, sperare insieme a loro. I giovani non hanno bisogno di pessimisti attorno, ma di chi soffia sulle loro ali e spinge la loro libertà lì dove l'etica che la costituisce li libera dentro con la sua verità. I giovani cercano l'infinito, anche quando danno segni di attaccamento ai surrogati; cercano nuove frontiere e nuovi orizzonti da esplorare, per abitare il mondo dell'Infinito e del senso e disertare la casualità della presunta innocenza del niente.

CONCLUSIONI
I giovani di oggi non costituiscono un agglomerato omogeneo, al contrario rappresentano meglio di altri lo specchio della società. Se in loro c'è qualcosa che non va, e dall'articolo credo si capisca bene, allora vuol dire che è nella società costruita dagli adulti c'è qualcosa che non va. E il problema è molto più radicato e profondo di quanto possa sembrare e va affrontato un pezzo alla volta. L'emergenza educativa non è un problema inventato dalla Chiesa, è qualcosa di cui tutti ce ne possiamo accorgere se apriamo gli occhi. Quindi, forse (ma forse eh!), questo tipo di società, di modo di vita non funziona. Forse la strada per arrivare alla felicità sono altre, non certo quella del consumismo per esempio.
Ultima cosa che vorrei dire ai genitori: educate i vostri figli, e prima di questo imparate ad educare! Sembra una stupidaggine ma tantissimi genitori che sono convinti di fare il meglio per i loro figli in realtà stanno crescendo persone incapaci di vivere la propria vita un domani.
"Ritorniamo ai giovani: sono loro il futuro!"


Fonti Usate:
Bollettino Salesiano

venerdì 22 gennaio 2010

Eucarestia quotidiana? Si, grazie!

Prima non avrei mai accettato una proposta simile, ma del resto alle volte le cose cascano proprio a pennello, quando sei pronto, o perlomeno abbastanza pronto ad accoglierle. Frutto della Provvidenza, di un Disegno più grande? Credo di sì. Sto parlando dell’Eucarestia quotidiana, alla quale mi sto impegnando a partecipare da qualche mese.
Non dico che sia facile, anzi! È difficile la costanza e soprattutto è difficile alzarsi presto al mattino. È un grande sacrificio, ma come mi disse un grande sacerdote salesiano, “superare la pigrizia significa non darla vinta al diavolo”, eh, già, perché è lui che ti tira indietro, che ti fa rimanere a letto e trovare ogni buona scusa per non andare!
Mi fece grande impressione quando a Medjugorie constatai che il diavolo “si faceva sentire”, attraverso gli indemoniati lì presenti, soprattutto durante il momento della consacrazione o durante l’adorazione eucaristica. Gli urta che Gesù “abbia la meglio”!
Allo stesso modo trovo significativo che tutti i Santi insistano sull’importanza dell’Eucarestia quotidiana, insieme alla Confessione e alla devozione verso Maria Santissima.
In particolare vorrei ricordare l’esperienza di Alexandrina Maria da Costa, apostola dell’Eucarestia, beatificata da Giovanni Paolo II° il 25 aprile 2004, che visse in digiuno totale, cibandosi di sola Eucarestia per ben 13 anni, fino alla morte.
Questa Cooperatrice salesiana rifulge tra i santi «che nell’Eucaristia hanno trovato l’alimento per il loro cammino di perfezione. Quante volte essi hanno versato lacrime di commozione nell’esperienza di così grande mistero ed hanno vissuto indicibili ore di gioia “sponsale” davanti al Sacramento dell’altare!» (Mane nobiscum 13).

Tutto questo deve aiutarci a sentire che è Lui la forza, il sostegno e il centro delle nostre vite.
”Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io a lui” (Gv 6,56).
Quale gioia poter rafforzare ogni giorno questa unione!

E non si tratta solo di parole astratte, lontane, perché Cristo si fa uomo, si fa pane… niente di più concreto, di più tangibile, di più quotidiano, di più vicino a noi. E noi ne possiamo fare esperienza se ci fidiamo e impariamo ad amare e a lasciarci amare da un Dio che dà tutta la sua vita per noi.
Dopo questa straordinaria scoperta saremo noi, a nostra volta, chiamati all’offerta della vita quotidiana, di tutte le azioni, le preghiere, i pensieri, le sofferenze, le gioie, le parole della giornata, per portare a chi incontriamo un po’ di quella Luce che riceviamo nell’Eucarestia.


Sonia Buchini

giovedì 7 gennaio 2010

Lettera da Dio

da tutta l'eternità
Figlio mio
È da molto tempo che desidero dirti qualcosa. Oggi voglio ricordarti che ti amo. Il mio amore per te è fermo e stabile. È impossibile smettere di amarti. Se anche i monti si spostassero e le colline vacillassero, l'amore che ho per te non si allontanerebbe mai da te. lo non posso smettere di amarti per nessun motivo, io sono fedele alla mia promessa e compio la mia Parola. 'Ti tengo tatuato nel palmo della mano.

Quando ti senti debole o malato, tu hai un padre che ti protegge. La mia mano è sopra di te e si prende cura della tua vita. Sei speciale per me. Se qualcuno ti attacca e cerca di danneggiarti, io prendo la tua causa nelle mie mani.

Figlio mio, ti amo incondizionatamente. Non importa quello che sei o non sei, ti amo. Così come è la tenerezza di una madre per i suoi figli, così sono io con te. Il mio amore non dipende da te, ma da me. Può forse una madre dimenticarsi del figlio del suo grembo? Anche se ella si dimenticasse, io non mi dimenticherò. 'Ti amo come sei. lo ti ho formato così quando ti ho creato.

Io ti amo, sia giovane o anziano, operaio o capo, sia che tu ti senta bello o brutto. Mi piace il colore della tua pelle. Così ti amo. Non ti amo per le tue qualità, neppure i tuoi difetti impediscono che ti continui ad amare. Il tuo peccato non mi impedisce di amarti. Io lavo le tue ferite. Soffro la tua solitudine. Quando hai problemi, io sono con te. Quando dormi, io veglio il tuo sonno. Quando cammini, io vado con te. Quando piangi, io sono il tuo consolatore. Quando ti senti solo, io sono la tua compagnia. Confidami le tue preoccupazioni. lo mi occupo di esse. Io rispondo per te.

Davanti ai tuoi nemici, sono il tuo scudo .. Conta su di me incondizionatamente, perché non tu hai scelto me, ma io ho scelto te. Io ti ho cercato come il pastore cerca la pecora perduta. Io non sono venuto a salvare i buoni, ma coloro che hanno bisogno del mio amore.

Voglio che tu sappia che ho un piano meraviglioso per te. L'amore che ho per te, non ti costa nulla. L'unica cosa che oggi ti chiedo, è che ti lasci amare. Lasciati amare, solo lasciati amare.

Ti amo
Tuo Papà Dio



Commento:
Ci tengo ad aggiungere solo una cosa, una piccola speranza per chi pensa che sia solo un mucchio di stupidaggini messe assieme: lasciatevi amare. L'amore vero è quello che ci insegna Gesù, non quello che ci insegna il mondo (per esempio quello di Maria de Filippi).
Sono in fase di ideazione articoli sull'amore per cercare di conoscere e vivere meglio questo sentimento.