Questo blog è stato un progetto a cura di Fabio Milocco, da molti anni ormai il blog non è più aggiornato anche se liberamente consultabile.
Le opinioni espresse negli articoli rispecchiano quanto l'autore ha pensato in quel tempo, non è detto che rispecchino l'attuale idea sulle cose. Grazie della comprensione.

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sabato 13 novembre 2010

Il computer e internet in mano ai ragazzi

Rapporto tra computer, internet, facebook, wikipedia, blog, cyberbullismo, videogiochi e molto altro e i ragazzi. In tutto questo cercherò di offrire degli spunti pratici agli educatori (insegnanti, genitori...)
Riprendo in parte il tema dell'articolo sull'amicizia attraverso internet, proponendo una riflessione più generale sull'uso delle nuove tecnologie. Fra l'altro dicendo "nuove tecnologie" prendo il punto di vista degli immigrati digitali. Coloro che con queste tecnologie ci sono nati (nativi digitali) non li sentirete mai chiamarle "nuove".
La differenza sta tutta in questo punto qua: sentire queste tecnologie parte integrante della propria vita. Gli immigrati al massimo vedono, ad esempio un cellulare touchscreen, come aiuto; a me piace collocarmi un po' in mezzo, dati i miei vent'anni! Un esempio banale: lavorando con il computer vi sarà probabilmente capitato di stampare il lavoro "per sicurezza", per paura di perderlo a causa di qualche guasto al computer. I nativi invece hanno un rapporto molto più tranquillo; intimo se vogliamo.
Il punto cruciale, come vedremo alla fine, è sporcarsi le mani e imparare a districarsi in quella che per molti è una giungla tecnologica. Non si può ad oggi, come alcuni siti ancora riportano, scrivere che il pericolo principale dei bambini è l'esposizione alle onde emesse dagli schermi della televisione: un bambino deve stare meno di due ore davanti all'apparecchio, poi deve fare pausa ecc ecc. Non che questo non sia più vero ma i veri problemi si insidiano altrove.

mercoledì 27 ottobre 2010

Il testamento di Tito e i 10 comandamenti

Riascoltavo in questi giorni "Il testamento di Tito" di Fabrizio De André.
Volendo capire cosa ne pensavano gli altri ho provato a cercarla in internet e ho letto molte opinioni a riguardo. Ho trovato delle grandi differenze di interpretazione e una gran confusione sul vero significato che De André intendeva. Inoltre molte non mi sono piaciute, perché si rifacevano al significato dei comandamenti dato dalla canzone oppure ne davano una loro personale interpretazione. Come se il vero significato fosse quello attribuitogli da De André -.- (lo ammetto molte opinioni "strane" sono su yahoo answers). Allora mi son detto, spetta che forse è meglio se ci scrivo due righe. Ormai non si può dare per scontata nemmeno la conoscenza dei dieci comandamenti..
Non mi permetto di dare una mia opinione alla canzone, che tutto sommato mi piace, vorrei solo dare l'ennesimo strumento per capirli meglio sti dieci comandamenti. Anche alla luce della canzone e della spiegazione che ho linkato.

Canzone: video e testo.
Una delle spiegazioni che mi è sembrata più aderente: http://deandre.forumfree.it/?t=26564972

lunedì 27 settembre 2010

Chiesa stanca e in crisi? Ma anche no..

Caro direttore, […] forse mi consideri un po’ disfattista per quello che ti dirò […] Noto che il mio prete (sto frequentando con la mia fidanzata il corso di preparazione al matrimonio) è un po’ stanco, almeno così mi appare […] Insomma sembra in crisi più lui che noi […] E, visto che mi sono deciso a inviare questa e-mail, ti voglio anche dire che mi pare che un po’ tutta la Chiesa scalcia (perdonami il vocabolo) come se non fosse più a suo agio nella società […] Sbaglio?


venerdì 20 agosto 2010

Creazione o evoluzione? Questo è il falso problema

Qui di seguito presento due articoli, vorrei offrirvi due chiavi di lettura diverse per capire poi le mie conclusioni alla fine. Il primo sull'evoluzionismo mette in luce come questa teoria sia mai stata completamente verificata. Il secondo articoli mostra come da un testo come la Genesi si è riusciti a estrapolare violentemente una teoria storico-scientifica (con la quale non sono d'accordo). Nell'articolo infatti sembra, ripeto sembra, che la teoria creazionista sia fondata. Non dico giusta o sbagliata, dico solo fondata su basi sicure. Le conclusioni in fondo, buona lettura!

sabato 10 luglio 2010

Pensieri circa il testamento biologico

Il “testamento di fine vita” o “living will” è un documento, simile al testamento, in cui una persona lascia per iscritto le volontà circa i trattamenti che vuole o non vuole gli vengano riservati nel caso diventi incapace di intendere e volere.

È un argomento molto delicato nonostante molto spesso lo si voglia liquidare semplicemente con: “Lascia che gli altri facciano quello che vogliono, che te frega?”. La questione non va affrontata in modo così superficiale e ha moltissime implicazioni, sulla vita di tutti. Potrebbe accadere a tutti di fare un incidente, trovarsi distesi su di un letto incapaci di intendere e volere e avere i medici che leggono il nostro testamento di fine vita per sapere cosa vorremmo ci fosse fatto.

Ultimamente il Comitato Nazionale di Bioetica ha messo a punto un parere messo a disposizione del parlamento, il quale potrà svolgere con maggiore cognizione di causa il suo dovere legislativo. Secondo la sola opinione del comitato, ovviamente. Questo parere prevede che il medico debba prendere in considerazione il testamento di ogni persona, ma non sarebbe però obbligato ad osservarlo. Per la sacrosanta obiezione di coscienza, che non collide, ricordo, con il giuramento di Ippocrate.
Partiamo rilevando come i progressi medici continuino, e come questo porterà per un numero sempre maggiore di persone un allungamento della vita. La questione diventa man mano che passa il tempo sempre meno rimandabile. Fino a pochi decenni i problemi di “fine vita” erano rari. Oggi invece è arrivato il momento di prendere una decisione chiara e in tempi brevi (ma non senza essersi informati prima).

Quali sono le varie argomentazioni pro e contro questo strumento? Di seguito ne prendiamo in esame le più importanti e rilevanti e ci ragioniamo sopra.

Opinione e salute: vanno a braccetto?
Devo farlo in condizioni di salute perfetta, altrimenti sono condizionato dalla paura, dall'ansia ecc. Quindi cosa fare con chi già adesso è in situazioni a rischio? Queste persone sono condizionate dalla loro situazione e la loro decisione sarebbe di conseguenza essere influenzata.
A questo punto come comportarsi? Consentire a tutti l'uso del testamento senza interessarsi della loro condizione? Si potrebbe lasciar scritte varie istruzioni a seconda delle varie situazioni in cui ci si potrebbe trovare.
E se per esempio dopo un anno la persona si risvegliasse? Non sarebbe accaduto se tale persone avesse lasciato scritto di non voler ricevere cure invasive. Si sarebbe allora costretti a nominare una specie di tutore a cui affidare la decisione nel caso si fosse impossibilitati, in modo che esso valuti la situazione esterna (progressi della medicina per esempio) e prenda una decisione più informata. I miracoli accadono, la medicina fa continui progressi, l'opinione non è mai sempre ferma.. Tante cose che in un pezzo di carta trovano difficilmente adeguato spazio. Impossibile prevedere tutto, anche volendo.
Chi può dire infatti quale sia ad oggi la decisione di una persona a una situazione ipotetica e imprevedibile? Trovandosi nella quale potrebbe, fra l'altro, cambiare opinione. Tornando a noi: l'opinione più giusta è quella presa da sani o quella presa quando si sta male? Nel caso dell'incidente stradale, per fare un esempio banale, non è possibile molte volte prendere una decisione da “malati”. Quindi bisognerebbe concludere che l'opinione che conta è quella presa da sani, per uniformità di pensiero. Ma se poi si cambia idea? Vale o no?
Al giorno d'oggi, molte volte, ci capita di far attendere la nostra decisione su questione fra virgolette banali e magari siamo anche capaci di cambiarla all'ultimo momento per le scuse più varie. Una decisione del genere dovrebbe a rigor di logica richiedere tempi titanici, e potrebbe portare a forme di ossessione e ansia: "ho preso la decisione giusta o no?" Siamo agli estremi, certo, ma tutto può accadere.
Per quanto si tenti di banalizzarla è sempre della propria vita che si parla.

Rapporto medico-paziente
Si potrebbe affidare ad una persona terza la valutazione circa i progressi medici e se questi siano sufficienti a garantire qualche speranza di risveglio. Consegnare a terzi (genitori o parenti) la propria decisione non è quello che già accade oggi allora?
Recuperare quel rapporto medico-paziente che si sta perdendo in nome della libertà dell'individuo (sembra di rivivere l'illuminismo per certi aspetti) è essenziale per la medicina e la società civile in genere. Una persona non in grado di decidere autonomamente dovrebbe, secondo me, riporre la sua fiducia nel medico e nella sua valutazione della situazione. Se il medico ritiene che la terapia sia un inutile accanimento terapeutico allora sarà chiamato a porvi fine. Come oggi accade, o dovrebbe.
Ecco perché ritengo che il soggetto più titolato a prendere tale decisione non sia la persona direttamente interessata. Anche ammesso che la sua situazione sia libera da condizionamenti derivanti dalla sua situazione come dicevo prima. Nemmeno un fiduciario o un vice nominati nel testamento potrebbero avere, di conseguenza, la titolarità di decidere. Sarà eventualmente il medico, a cui spetta la decisione finale, a consultarsi con parenti, medici o chi ritiene più opportuno.

Tesi estreme
Nei casi di stati vegetativi permanenti si potrebbe pensare di usare il corpo per sperimentazioni scientifiche, tanto per fare un esempio. Si potrebbe anche ucciderla, tanto la persona è già morta, non c'è più. Questi soggetti sono morti in quanto persone, non in quanto esseri umani. È necessario fare una distinzione: non tutti gli esseri umani sono persone.
Sorpresi? Bé, ci sono persone e articoli in cui si trova sostegno a queste affermazioni. Io per queste parole uso invece la parola sconcertante. La mia ovviamente è un'opinione personale ma sostenere il testamento biologico in questi termini è disumano. Posso ammettere a discutere liberamente altre motivazioni, ma non di questo stampo e quindi non spreco altre parole a riguardo.

Uomo padrone di se
L'uomo storicamente cerca di ampliare il suo potere decisionale a ogni aspetto della vita, di chiunque essa sia. Pensiamo all'aborto e al divorzio (da non mettere sullo stesso piano comunque). Nel nostre tempo siamo arrivati al controllo sulle nascite, ed ora si sta cercando di decidere anche sulla morte.
L'uomo vuole essere, e prima facevo riferimento giustamente all'illuminismo, padrone di se. Vuole essere il dio di se stesso (e se riesce anche degli altri) in grado di decidere su ogni cosa. La vita non è più vista come un dono da vivere e trattare e conservare con cura, su questo siamo tutti d'accordo. Almeno non arriviamo a trasformarla in una merce qualunque. A cosa arriveremo altrimenti?
Si potrebbe insinuare che lo strumento del testamento biologico verrà usato come cavallo di troia per la legalizzazione dell'eutanasia? Il passo è breve, attenzione. Anche perché coloro che si battono per l'introduzione del “testamento biologico” sono quasi sempre gli stessi favorevoli all'eutanasia e all'aborto. Non sto insinuando niente, ma il passo è breve. Ed è storicamente dimostrabile di quanto breve, a volte, possa essere il passo.

Strumento inutile
A questo punto la domanda finale da porsi è: questo “strumento di maggiore libertà di decisione personale” è veramente tale? Serve davvero a cambiare i trattamenti sanitari che riceveremmo?
Consideriamo sinteticamente le possibilità che ha il paziente con il testamento biologico:
1) Chiedere al medico di assumere una condotta al limite dell'eutanasia
2) Chiedere al medico di applicare terapie ed insistere oltre ogni ragionevole limite
3) Chiedere al medico di fare quello che vuole, fidandosi quindi del suo giudizio

Dato che il medico non è obbligato a fare quello che c'è scritto nel testamento, i primi due punti finiscono per coincidere con il terzo. Quindi finora abbiamo discusso per niente? No, perché con questo si dimostra come lo strumento in se sia inutile. Nei paragrafi prima cerco di ragionare sul perché l'uomo non deve decidere anche sulla sua morte.
Ed ecco che si torna al punto del dialogo medico-paziente, senza bisogno di inutili legalismi e formalismi contrattuali. Ricordo che l'interesse del medico è curare, non uccidere o accanirsi terapeuticamente. E questo interesse è lo stesso del paziente. O almeno dovrebbe.

Conclusioni
Nella stesura di questo articolo sono stato combattuto dalle diverse opinioni e da un sostenitore del testamento di fine vita ne sono diventato un oppositore. Non l'ho detto all'inizio perché non volevo influenzarvi o farvi pensare che con questo articolo io volessi far cambiare idea a qualcuno. Nel senso che non volevo con questo articolo imporvi un cambio di pensiero, ma presentare la mia opinione su esso e ragionarci insieme con i vostri commenti.
All'inizio avevo inteso questo strumento come semplice strumento di scelta, mi accorgo ora di quanto superficiale fosse quell'idea.
Il mio obiettivo, come sempre, è di informarsi e discutere di temi importanti e delicati. E spero vorrete approfittare della possibilità di commentare e dire la vostra come in ogni articolo. E non abbiate paura di dire la vostra, tuttalpiù che potete rimanere anonimi ;-)

- Articolo di apprfondimento che offre una visione scientifica della questione: Per la cura e contro l'abbandono: una prospettiva scientificamente fondata

- Eutanasia: Togliere l’acqua? Non si ammazzano così neanche i cavalli
- Appello al parlamento "Si, torniamo alla legge"

giovedì 10 giugno 2010

Iniziativa Arcigay Udine - Manifesti contro l'omofobia

Da Martedì 17 Maggio e per i successivi dieci giorni giorni sono stati appesi a Udine dall'associazione Arcigay manifesti contro l'omofobia in occasione del ventennio della sede locale. L'immagine raffigura una coppia omosessuale che si bacia (un manifesto per sesso), con lo slogan: "Civiltà: prodotto tipico friulano". Personalmente una delle mie prime reazione è stata di forte perplessità.
L'argomento è di quelli che di solito sollevano incomprensioni e intolleranza, spero in questo articolo di riuscire a ragionare con voi e discuterne poi nei commenti con chi ne approfitterà.

L'immagine del manifesto
Come sarei contrario a mettere una coppia eterosessuale che si bacia (o in altre faccende affaccendata), sono contrario anche a questa immagine. Le immagini valgono molto perché hanno un impatto immediato, e questo tipo di immagine può, secondo me, essere considerata una forma di violenza nei confronti dei bambini perché lancia un modello comportamentale che non è normale (più avanti spero di spiegare meglio il concetto normale che qui sa di intolleranza). Inoltre tollerare questo tipo di immagini significa spingere il limite della decenza sempre più in là: già siamo stracolmi di donne mezze nude, frasi oscene e doppi sensi legati quasi sempre al sesso. Vogliamo andare sempre più in là? Ecco perché diventa importante fissare dei paletti oltre i quali stop, non si va per nessun motivo. Sarò sicuramente taggato come illiberale, ma la decenza non può ammettere troppa opinabilità.

L'intolleranza
La Chiesa rispetta i gay in quanto persone ma stare insieme non vuol dire solo piacere fisico. È una cosa innaturale nel caso degli omosessuali, l'uomo e la donna che si uniscono in matrimonio sono fatti per generare e sono parole di illustri atei e anticlericali (per conoscere brevemente il vero pensiero della Chiesa in proposito ti invito a leggere questo articolo: Omosessualità - comprendere per rispettare).
Detto questo è quindi importante rendersi conto di come l'intolleranza ai livelli di "gay al rogo!", "via i froci dalla città" e via discorrendo riguarda una parte minima della popolazione. Molti sono per il vivi e lascia vivere. Non si preoccupano del problema fino a che non salta fuori come in questo caso. Iniziative come queste invece di creare informazioni scatenano solo le solite inconcludenti proteste. Proteste spesso confuse con l'omofobia mentre in realtà ci sono anche altre ragioni per protestare come nel caso delle immagini.

Quindi? Scopo dell'iniziativa?
La domanda che sorge spontanea dopo queste riflessioni è: qual'è lo scopo di questi manifesti? Io credo nella loro buona fede e quindi non penso lo facciamo per creare proteste.
Forse ci vogliono tutti gay allora? Da domani facciamoci tutti gay, così entro sessantanni il genere umano non esisterà più! Frase chiaramente provocante. Vorrei però farvi riflettere sul fatto che le tendenze omosessuali non dovrebbero essere presentate in se stesse come valori, o come equivalenti alle tendenze eterosessuali (una sorta di neutrale alternativa). Ciò significa per esempio che non si può mai augurare a qualcuno di avere forti tendenze omosessuali. Nello stesso tempo significa che i genitori devono educare i loro figli in modo da aiutarli a scoprire la ricchezza della differenza sessuale.

Reazioni
Subito sono spuntati altri manifesti con lo slogan: "Frocio, la natura e il mondo vi ripudiano". Qui scadiamo nel campo dell'ignoranza che porta, da sempre, a scelte sbagliate. Fortunatamente questi resteranno una piccola minoranza, il resto delle persona continuerà a discutere civilmente.

Conclusioni
Oggi in corriera stavo discutendo della questione con una mia amica, ed è saltata fuori una proposta perlomeno interessante.
Nell'idea comune i gay non sono molto ben visti e infatti la parola è usata come offesa (di solito scherzosa), le lesbiche sono associate alla sessualità e quindi al piacere (anche se la cosa non è molto diffusa secondo me). Le loro campagne dovrebbero essere indirizzate a spiegare cos'è il loro rapporto e non lanciare provocazioni o frasi, seppur belle, ma che lasciano il tempo che trovano.


Sono molto curioso di leggere i vostri commenti per sapere come la pensate. Anche perché scommetto che ci sono un sacco di riflessioni e questioni legate a questo tema che non mi sono venute in mente.

Altri articoli e approfondimenti sul tema:
- Omosessuali si nasce? (video)
- Omosessuali in politica, non vedo perché no!
- «L'Omofobia? Una grande bufala» Parola di ex gay militante

- "Luca era gay" e il tabù della conversione

sabato 22 maggio 2010

Fra apparizioni e incredulità - Medjugorje

Scienza e verità divina, scetticismo e fede profonda, potere laico e potere religioso, riscoperta del proprio credo e business. Un solo nome, Medjugorje.

RAI uno: trasmissione su Medjugorje. Una donna sostiene di aver ripreso l'apparizione della Madonna. Il filmato è mandato in onda dalla RAI. La qualità del filmato non è la migliore, anzi. Dura una decina di secondi, la presunta Madonna mi appare come una macchia bianca, sembra una figura umana, ma non si scorge volto né niente. Vedo solo una macchia bianca, ma in televisione non solo la donna, ma anche il conduttore televisivo (che fino ad allora ha mantenuto una grande neutralità e un razionale distacco dalla questione per evitare di cadere in eccessi e vedere cose dove non ci sono o viceversa) afferma che è una figura antropomorfa (la forma è quella umana...scusate per la rozzezza dell'espressione, ma non saprei come dire altrimenti). In attesa di rintracciare il video su internet, visto che l'onda mediatica non si farà attendere molto penso, mi fido del conduttore. Una figura umana. Chi è? La Madonna? Un effetto ottico accentuato dalla bassa qualità del video? Un imbroglio? Un video preparato per convertire e dare un senso al pellegrinaggio di migliaia di cristiani?

Ciò che nel video si vede, o meglio, il conduttore e il pubblico vede unanimemente, è una figura dalle sembianze umane. Di per sé il fatto che questo video sia stato fatto a Međugorje porta i credenti a pensare che sia la Madonna.. La Chiesa non prende posizione sulle apparizioni. Prendere posizione porterebbe un contraccolpo evidente. I credenti "inquadrati" nel sistema ecclesiastico forse troverebbero un motivo di pellegrinaggio, un rafforzamento alla loro fede. Ma l'opinione pubblica vuole prove, vuole fatti, vuole scienza. Una Chiesa che difende a spada tratta le apparizioni a Medjugorje sarebbe facilmente attaccata, come è sempre stato quando ha difeso l'originalità dei miracoli. Che sono un'arma a doppio taglio. Chi crede trova in essi conferma, chi non crede può attaccare la Chiesa per il fatto che i miracoli accadono ai singoli, sono come il processo cognitivo empirista, non si può dargli una valenza oggettiva per tutti.
In parole povere, crede ai miracoli chi li vive e chi ha una fede religiosa già radicata. L'esperienza del miracolo che ha avuto una persona non è espandibile alla intera umanità.
Questo porta a un'ulteriore domanda. Perché il miracolo accade solo a determinate persone? D'altronde rispondere che accade a chi ha fede non è proprio la migliore delle risposte. Da un punto di vista umano ci si chiede se forse non abbia più bisogno del miracolo chi non crede, in modo da poter convertirsi; da un punto di vista psicologico è fin troppo facile dire che l'influenza di strutture mentali religiose potrebbe portare a vedere miracoli laddove di miracoloso forse non c'è niente.

La trasmissione prosegue, il clima si fa meno disteso, c'è chi ammette che sicuramente è la Madonna, d'altronde il video è stato girato a Međugorje. L'unico opinionista (termine che usiamo a sproposito per indicare i commentatori dei reality show e degli eventi sportivi) con un po' di lucidità dice la cosa che è più ovvia: "Il video al massimo può mostrare che si vede una donna. Non può mostrare che quella donna sia la Madonna". Un fulmine a ciel sereno. Nessuno ha preso in considerazione questa possibilità. Un'ora di discussione e nessuno ci ha pensato.
Il nostro cervello, come vedete, è facilmente influenzabile, da fattori spazio-temporali, strutture mentali che necessariamente nella nostra vita si sono formate. E di fronte a tutto questo io rimango nel mio agnosticismo.

Matteo Maran


Considerazioni a cura di Don Loris Benvenuti
Niente di nuovo sotto il sole. Tra le tante (o poche) domande da porsi, potremo aggiungere questa: più di qualcuno, dicono i Vangeli, era presente ai miracoli di Gesù, eppure non tutti hanno creduto. Anzi di più, di fronte alla risurrezione di Lazzaro, i capi del popolo ritengono la misura colma e decidono che Gesù va eliminato.
Mi sembra evidente che il concetto di verità, scientificamente inteso, ha fatto il suo di tempo e certamente non ha reso un grosso servizio (sembra a me) a tutto ciò che è squisitamente umano. Forse si tratta di pensare ad una verità che per essere incontrata ha bisogno del contributo del soggetto, della sua libertà. Detto in altre parole: non c'è più sordo di chi non vuol sentire... e questo detto non di Medjugorje, ma di qualsiasi cosa. Banalmente verrebbe da ricordare che se anche facessi a pezzi la mia ragazza, innamoratissima, non riuscirei a trovare traccia del suo amore. Lo troverei solo nella disponibilità (libertà) mia a guardare lei e i suoi gesti dentro un significato ben preciso, solo allora mi si schiuderebbe qualcosa. Prima no.
Io resto nella mia fede, pur ricordando che le apparizioni della Madonna - anche quelle ufficiali: Lourdes, Fatima - non costituiscono una condizione senza la quale uno non possa avere la fede; e ci resto perché la testimonianza di persone che mi hanno accolto e mi hanno voluto bene hanno reso presente a me l'amore di Cristo.
Caro Matteo forse quel che manca a volte (non dico a te) è un'apertura di cuore, guardare le cose nel loro offrirsi come orizzonte, simbolo di un senso più grande. Per meno di questo non si va nemmeno allo stadio o dentro un cinema.

So long
Loris