Questo blog è stato un progetto a cura di Fabio Milocco, da molti anni ormai il blog non è più aggiornato anche se liberamente consultabile.
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sabato 30 gennaio 2010

Giovani: senza valori?

È proprio vero che i giovani negano ogni valore? È vero che sono nichilisti? Conviene, con i giovani, non essere mai troppo sicuri nei giudizi. L’arcipelago dei giovani non è omogeneo, troppo spesso i giudizi su di loro sono affrettati e non corrispondono a verità.
Eppure li vediamo anche isolati, rinchiusi nel loro narcisismo, con poca voglia di combattere, spesso in preda a molte dipendenze come la droga, l'alcolismo, il disimpegno anarcoide. Generalmente non vogliono sentire parlare molto di Chiesa, di religioni, tanto meno di politica. Preferiscono di gran lunga la musica, lo sport, le nuove tecnologie informatiche, la compagnia dei pari, il sesso. Amano viaggiare, cimentarsi in sport estremi...

I GIOVANI SPECCHIO DELLA SOCIETÀ
Lamentarsi dei giovani di oggi è quasi una moda. Pensiamo tuttavia che sia eccessivi entusiasmi sia giustificazioni semplicistiche non abbiano molto senso. I giovani di oggi sono espressione, anzi specchio, della società che abitiamo. Siamo fortemente concentrati sul lavoro – in genere entrambi i genitori – sul profitto, sul benessere a tutti i costi; siamo fortemente stressati da una continua ricerca di cose (quelle che “tutti hanno” o dovrebbero avere), con una forte connotazione individualistica e privatistica. I valori morali, la fede, le religioni hanno molto spesso un posto secondario, quando addirittura non assente: i valori li stabiliamo noi, la Chiesa – si dice – farebbe bene a rimanere nella sfera propria interna (interna alle proprie chiese, s’intende) e non intervenire nelle cose pubbliche, ed è bene che taccia anche su temi che riguardano i valori morali, la famiglia, la solidarietà.

La famiglia, poi, certamente esiste (anche se aumentano molto i single e le famiglie di fatto), ma che tipo di famiglia è? Frequentemente è poco proiettata sui valori propri di un nucleo familiare, sul bene da costruire insieme, anche se il senso di appartenenza è molto forte. Aumentano i matrimoni civili, l'età in cui si “convola a nozze”, come anche le cosiddette “nuove” famiglie e i divorzi. Il numero dei figli è notevolmente ridotto, con bambini super protetti e super coccolati, qua e là anche viziati; il tempo dedicato all'educazione dei figli è ridotto e troppo spesso demandato ad altri. E allora, nei giovani si manifesta la problematicità e complessità delle nostre società, come anche della famiglia. La scuola e le altre comunità formative s’impegnano per i giovani e cercano di dare del loro meglio. Non sempre però i risultati corrispondono alle attese.

EPPURE SONO CAPACI DI GRANDI VALORI
Ci sono, sì, forti segnali di pessimismo attorno ai giovani e alla loro capacità di scoprire grandi valori e donarsi a grandi ideali. Recentemente il filosofo Umberto Galimberti ha affermato dei giovani: “Interrogati non sanno descrivere il loro malessere perché hanno ormai raggiunto quell’analfabetismo emotivo che non consente di riconoscere i propri sentimenti e soprattutto di chiamarli per nome. E del resto che nome dare a quel nulla che li pervade e che li affoga? Nel deserto della comunicazione, dove la famiglia non desta più alcun richiamo e la scuola non suscita alcun interesse, tutte le parole che invitano all’impegno e allo sguardo volto al futuro affondano in quell’inarticolato all’altezza del quale c’è solo il grido, che talvolta spezza la corazza opaca e spessa del silenzio che, massiccio, avvolge la solitudine della loro segreta depressione come stato d’animo senza tempo, governato da quell’ospite inquietante che Nietzsche chiama 'nichilismo'. E perciò le parole che alla speranza alludono, le parole di tutti più o meno sincere, le parole che insistono, le parole che promettono, le parole che vogliono lenire la loro segreta sofferenza languono intorno a loro come rumore insensato” (L'ospite inquietante. I giovani e il nichilismo, Introduzione).

Eppure i giovani danno anche grandi segnali di speranza a una società appesantita e concentrata su cose effimere. Ricercano la verità più profonda quando sognano giustizia, solidarietà, pace, coerenza. Quindi esprimono una ricerca della verità e non solo nichilismo. I giovani sono capaci di grandi valori, aspettano soltanto i loro animatori, chi possa incontrarli lì dove sono e segni il cammino da percorrere, gli ideali da seguire, le modalità per affrontare la prova e scoprire il senso del sacrificio. I giovani nell'incontrare Giovanni Paolo II sono stati conquistati dalla sua autenticità e dalla forza morale nell'indicare i valori da seguire, anche controcorrente; l’hanno seguito fino alla fine, lo hanno amato perché si sono sentiti da lui amati.

RITORNIAMO AI GIOVANI
Le domande che vengono dalla vita dei giovani di oggi, la loro situazione complessa e i loro bisogni profondi fanno appello alla nostra capacità educativa, al tempo che loro dedichiamo, al nostro senso di responsabilità per le future generazioni. Occorre ritornare ai giovani, progettare per loro e con loro, sognare con loro il futuro, sperare insieme a loro. I giovani non hanno bisogno di pessimisti attorno, ma di chi soffia sulle loro ali e spinge la loro libertà lì dove l'etica che la costituisce li libera dentro con la sua verità. I giovani cercano l'infinito, anche quando danno segni di attaccamento ai surrogati; cercano nuove frontiere e nuovi orizzonti da esplorare, per abitare il mondo dell'Infinito e del senso e disertare la casualità della presunta innocenza del niente.

CONCLUSIONI
I giovani di oggi non costituiscono un agglomerato omogeneo, al contrario rappresentano meglio di altri lo specchio della società. Se in loro c'è qualcosa che non va, e dall'articolo credo si capisca bene, allora vuol dire che è nella società costruita dagli adulti c'è qualcosa che non va. E il problema è molto più radicato e profondo di quanto possa sembrare e va affrontato un pezzo alla volta. L'emergenza educativa non è un problema inventato dalla Chiesa, è qualcosa di cui tutti ce ne possiamo accorgere se apriamo gli occhi. Quindi, forse (ma forse eh!), questo tipo di società, di modo di vita non funziona. Forse la strada per arrivare alla felicità sono altre, non certo quella del consumismo per esempio.
Ultima cosa che vorrei dire ai genitori: educate i vostri figli, e prima di questo imparate ad educare! Sembra una stupidaggine ma tantissimi genitori che sono convinti di fare il meglio per i loro figli in realtà stanno crescendo persone incapaci di vivere la propria vita un domani.
"Ritorniamo ai giovani: sono loro il futuro!"


Fonti Usate:
Bollettino Salesiano

venerdì 22 gennaio 2010

Eucarestia quotidiana? Si, grazie!

Prima non avrei mai accettato una proposta simile, ma del resto alle volte le cose cascano proprio a pennello, quando sei pronto, o perlomeno abbastanza pronto ad accoglierle. Frutto della Provvidenza, di un Disegno più grande? Credo di sì. Sto parlando dell’Eucarestia quotidiana, alla quale mi sto impegnando a partecipare da qualche mese.
Non dico che sia facile, anzi! È difficile la costanza e soprattutto è difficile alzarsi presto al mattino. È un grande sacrificio, ma come mi disse un grande sacerdote salesiano, “superare la pigrizia significa non darla vinta al diavolo”, eh, già, perché è lui che ti tira indietro, che ti fa rimanere a letto e trovare ogni buona scusa per non andare!
Mi fece grande impressione quando a Medjugorie constatai che il diavolo “si faceva sentire”, attraverso gli indemoniati lì presenti, soprattutto durante il momento della consacrazione o durante l’adorazione eucaristica. Gli urta che Gesù “abbia la meglio”!
Allo stesso modo trovo significativo che tutti i Santi insistano sull’importanza dell’Eucarestia quotidiana, insieme alla Confessione e alla devozione verso Maria Santissima.
In particolare vorrei ricordare l’esperienza di Alexandrina Maria da Costa, apostola dell’Eucarestia, beatificata da Giovanni Paolo II° il 25 aprile 2004, che visse in digiuno totale, cibandosi di sola Eucarestia per ben 13 anni, fino alla morte.
Questa Cooperatrice salesiana rifulge tra i santi «che nell’Eucaristia hanno trovato l’alimento per il loro cammino di perfezione. Quante volte essi hanno versato lacrime di commozione nell’esperienza di così grande mistero ed hanno vissuto indicibili ore di gioia “sponsale” davanti al Sacramento dell’altare!» (Mane nobiscum 13).

Tutto questo deve aiutarci a sentire che è Lui la forza, il sostegno e il centro delle nostre vite.
”Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io a lui” (Gv 6,56).
Quale gioia poter rafforzare ogni giorno questa unione!

E non si tratta solo di parole astratte, lontane, perché Cristo si fa uomo, si fa pane… niente di più concreto, di più tangibile, di più quotidiano, di più vicino a noi. E noi ne possiamo fare esperienza se ci fidiamo e impariamo ad amare e a lasciarci amare da un Dio che dà tutta la sua vita per noi.
Dopo questa straordinaria scoperta saremo noi, a nostra volta, chiamati all’offerta della vita quotidiana, di tutte le azioni, le preghiere, i pensieri, le sofferenze, le gioie, le parole della giornata, per portare a chi incontriamo un po’ di quella Luce che riceviamo nell’Eucarestia.


Sonia Buchini

giovedì 7 gennaio 2010

Lettera da Dio

da tutta l'eternità
Figlio mio
È da molto tempo che desidero dirti qualcosa. Oggi voglio ricordarti che ti amo. Il mio amore per te è fermo e stabile. È impossibile smettere di amarti. Se anche i monti si spostassero e le colline vacillassero, l'amore che ho per te non si allontanerebbe mai da te. lo non posso smettere di amarti per nessun motivo, io sono fedele alla mia promessa e compio la mia Parola. 'Ti tengo tatuato nel palmo della mano.

Quando ti senti debole o malato, tu hai un padre che ti protegge. La mia mano è sopra di te e si prende cura della tua vita. Sei speciale per me. Se qualcuno ti attacca e cerca di danneggiarti, io prendo la tua causa nelle mie mani.

Figlio mio, ti amo incondizionatamente. Non importa quello che sei o non sei, ti amo. Così come è la tenerezza di una madre per i suoi figli, così sono io con te. Il mio amore non dipende da te, ma da me. Può forse una madre dimenticarsi del figlio del suo grembo? Anche se ella si dimenticasse, io non mi dimenticherò. 'Ti amo come sei. lo ti ho formato così quando ti ho creato.

Io ti amo, sia giovane o anziano, operaio o capo, sia che tu ti senta bello o brutto. Mi piace il colore della tua pelle. Così ti amo. Non ti amo per le tue qualità, neppure i tuoi difetti impediscono che ti continui ad amare. Il tuo peccato non mi impedisce di amarti. Io lavo le tue ferite. Soffro la tua solitudine. Quando hai problemi, io sono con te. Quando dormi, io veglio il tuo sonno. Quando cammini, io vado con te. Quando piangi, io sono il tuo consolatore. Quando ti senti solo, io sono la tua compagnia. Confidami le tue preoccupazioni. lo mi occupo di esse. Io rispondo per te.

Davanti ai tuoi nemici, sono il tuo scudo .. Conta su di me incondizionatamente, perché non tu hai scelto me, ma io ho scelto te. Io ti ho cercato come il pastore cerca la pecora perduta. Io non sono venuto a salvare i buoni, ma coloro che hanno bisogno del mio amore.

Voglio che tu sappia che ho un piano meraviglioso per te. L'amore che ho per te, non ti costa nulla. L'unica cosa che oggi ti chiedo, è che ti lasci amare. Lasciati amare, solo lasciati amare.

Ti amo
Tuo Papà Dio



Commento:
Ci tengo ad aggiungere solo una cosa, una piccola speranza per chi pensa che sia solo un mucchio di stupidaggini messe assieme: lasciatevi amare. L'amore vero è quello che ci insegna Gesù, non quello che ci insegna il mondo (per esempio quello di Maria de Filippi).
Sono in fase di ideazione articoli sull'amore per cercare di conoscere e vivere meglio questo sentimento.