“La sua vita è
spumeggiante come il vino, col quale si eccita, la sua vita è movimentata come
le melodie che accompagnano il suo pasto allegro, in ogni attimo è sempre
trionfante. Non ha bisogno di preparativi, di progetti,di tempo, perché egli è
sempre pronto,la forza è sempre in lui ed anche il desiderio, e solo quando
desidera è veramente nel suo elemento. Egli siede a tavola, felice come un Dio,
leva il suo bicchiere, si alza col tovagliolo in mano, pronto per l’attacco.”
Così Søren Kierkegaard, filosofo e teologo danese della prima metà dell’
ottocento, descrive in una delle tante opere la vita del don Giovanni,
l’emblema del seduttore e l’incarnazione di colui che vive esteticamente la sua
vita, al fine di trarne il massimo godimento, di spremerne tutto ciò che può,
assaporando in modo estetico e perfetto ogni singolo istante….una specie di
anticipatore del più famoso Dorian Grey insomma!!
Il nostro superficiale
moralismo potrebbe portarci subito a biasimare una vita tale, ma forse,
considerando più attentamente le cose, accorgendosi che ciò a cui don Giovanni
aspira non è affatto un volgare godimento sessuale o di bassi piaceri, forse
non ci sembrerebbe poi tanto male questa vita…neanche un pensiero, non un
impegno preso definitivamente…una vita spesa per cercare di fare di essa un’
opera d’arte, creata dalla inesauribile ricerca dell’interessante e dal
continuo rinnovamento di un desiderio inesauribile che si rivolge ora a una
cosa ora all’altra, a questa o a quella donna… “Egli desidera e continua sempre
a desiderare, e continua a godere il soddisfacimento del desiderio, senza
esserne mai sazio.”
Ma…“questa sua forza in
fondo non era che una malattia. Non appena la realtà aveva perduta ogni forza
d’ incitamento, egli si trovava disarmato: donde il suo male.” “Egli si serviva
degli individui soltanto come incitamento per gettarli poi via da sé …. Come ha
indotto altri a smarrirsi così, io credo, egli stesso finirà con lo
smarrirsi.”…lo stesso servitore del nostro seduttore, Leporello, ne è convinto,
questa vita, la vita “estetica” non porta alla felicità!
Volgendosi indietro alla
sua storia don Giovanni non vedrà che frammenti di vita, “attimi fuggenti” che
non dovevano essere buttati via ma che in realtà l’ hanno portato a sprecare
l’esistenza!! La disperazione sarà la condizione in cui si troverà, essa è la
noia, la “malattia mortale”!...la sensazione di non aver combinato niente nella
vita, la perdita di senso….discorso spesso non poi così lontano dalle nostre
esperienze, no?? E questa disperazione è inevitabile perché l’uomo ha dentro di
sé qualche cosa d’altro che non potrà mai essere soddisfatto da un’esistenza
esclusivamente sensibile. Questo qualche cosa d’altro trascende il soggetto e
consiste nell’eternità.
L’alternativa, però, c’è, perché proprio quando hai toccato il
fondo il positivo è che non puoi andare più in giù ed è il momento di risalire!
Kierkegaard propone infatti altri due tipi di esistenza oltre a quella
“estetica”, ossia quella “etica”, rappresentata nei suoi scritti dalla figura
dell’assessore Guglielmo, uomo sposato, che a differenza di don Giovanni ha
compiuto scelte decisive nella sua vita, scelte che danno un’unità alla sua
storia di marito, di padre, di lavoratore, e la vita “religiosa”. La vita
religiosa a mio parere non va intesa semplicemente come vita consacrata e
quindi inconciliabile alla vita etica, sebbene Kierkegaard parli di un salto,
un abisso,un’ inconciliabilità tra i tre tipi di esistenza da lui delineati.
Infatti la vita religiosa viene
impersonificata dal personaggio di Abramo, il quale è chiamato a sacrificare il
suo unico figlio, avuto in vecchiaia grazie a una promessa che Dio stesso gli
aveva fatto…cosa c’è qui di morale, di etico?? Il cristianesimo non è una
morale…anche qui argomento molto attuale…non è una serie di precetti morali! Il
cristianesimo è essenzialmente un rapporto personale tra un Dio che si è
incarnato in un uomo diventando storia e ognuno di noi….non con tutti
indistintamente, con OGNUNO di noi personalmente!! E’ questo che rende questa
fede un paradosso e uno scandalo come dice Kierkegaard…”Il cristianesimo
insegna che questo singolo uomo, e quindi ogni singolo uomo, qualunque sia la
sua condizione:uomo, donna, ragazza di servizio, ministro, commerciante,
studente ecc.; che questo singolo uomo esiste davanti a Dio! Questo singolo
uomo che forse sarebbe orgoglioso di aver parlato una volta in vita sua col re,
quest’uomo che si vanta tanto di vivere in rapporti cordiale con questo e
quell’altro, ecco che quest’uomo esiste davanti a Dio, può parlare a Dio in
qualunque momento, sicuro di essere ascoltato: insomma quest’uomo è invitato a
vivere nei rapporti più familiari con Dio! Inoltre, per amore di quest’uomo,
anche di quest’uomo, Dio viene al mondo, nasce, soffre, muore; e questo Dio
sofferente prega e quasi supplica l’uomo di accettare l’aiuto che gli viene
offerto! In verità se c’è qualcosa da far perdere il cervello è certamente
questo! “Chiunque non abbia abbastanza coraggio da essere umile e osare credervi,
si scandalizzerà.”
È questo che permette
all’esteta di rialzarsi e di cominciare da quel momento a dare unità a se
stesso e al tempo che vive, alla sua vita, solo con questo nuovo punto fisso la
sua vita comincerà a scorrere non vuota come prima ma ricca e sensata! Anche
l’assessore Guglielmo però, sebbene abbia fatto scelte responsabili e da “buon
cittadino”, guardando indietro alla sua vita si accorgerà di tutti gli sbagli
che ha fatto, di tutte le volte che avrebbe voluto realizzare grandi progetti
ed essere perfetto ma non ci è riuscito, si rende conto della sua
inadeguatezza, dei suoi limiti, del suo egoismo, e ciò produce dolore e
pentimento. Il pentimento, dice Kierkegaard è la forma più elevata dell’amore e
il pentimento può permettere di incontrare Dio, di entrare in relazione con lui!
Per questo, dicevo, la vita religiosa non è opposta al matrimonio, anzi! È solo
questo che lo vivifica e lo rende davvero “divino, poiché l’amore è il miracolo!”
Leggendo alcune
informazioni biografiche su Kierkegaard mi è sempre parso un uomo malinconico,
triste… Una domanda che mi pongo è dunque: “Perché l’autore di tutte queste
belle e PROMETTENTI parole su Gesù, sul rapporto straordinario che l’uomo può
avere con Dio, un rapporto che vivifica tutto, anche la altrimenti noiosa
quotidianità della nostra vita, in realtà sia ricordato come una persona triste
e malinconica? Certo, probabilmente influirono la sua infanzia e giovinezza non
facilissime, con la morte dei suoi fratelli e l’educazione pietista ricevuta,
incentrata sul pessimismo e sul senso di colpa del peccato… ma secondo me in
fondo in fondo Kierkegaard un po’ esteta lo era!...Non prese mai una seria
decisione nella sua vita…prima la mancata professione religiosa come pastore
protestante, poi l’ improvvisa rottura del fidanzamento con Regina Olsen (che
tra l’altro rimpiangerà tutta la vita!). Mi ha sempre colpita una cosa su
Kierkegaard … in tutte le opere in cui parla di questi tipi diversi di
esistenza lui non si firma mai con il suo nome ma usa sempre degli
pseudonimi…Climacus, Anti-climacus, Victor Eremita sono tutte maschere che
utilizza per narrare scelte esistenziali che di fatto lui non volle o non ebbe
il coraggio di compiere, che lui quindi non ha sperimentato…ecco cosa gli mancava
a mio parere! La filosofia non è “inerte suppellettile”, come disse qualcuno,
ma testimonianza viva del proprio vissuto…e questo Kierkegaard lo sapeva bene!!
Mi è capitato di recente
di leggere un libro, che per altro consiglio caldamente, su Chiara Luce Badano
(“Io ho tutto”), giovane ragazza ligure morta poco più che maggiorenne non
moltissimi anni fa… Una ragazza davvero semplice, educata fin da bambina alla
fede cristiana grazie all’amore dei suoi genitori e maturata poi a sua volta nell’amore
per Gesù, anche grazie al movimento dei Focolari. Visse “poco”, secondo i
nostri standard secondo cui la vita non finisce mai, ma soltanto leggendo le
poche pagine di questo libro emerge tutta la luminosità e la gioia che l’hanno
accompagnata nella vita e poi anche durante la dolorosa malattia che la portò
alla morte.
La sua capacità di amare,
di affidarsi a Gesù e alla sua volontà, il lasciarsi amare da Lui e l’affidargli
tutto, anche quando ormai apparentemente non aveva più niente, fanno della sua
vita un vero capolavoro, un modello di santità per tanti giovani! A differenza
di Kierkegaard non scrisse mai grandi riflessioni su Dio e la fede, eppure da tutti
gli articoli che parlano di lei, emerge la serenità che l’accompagnò sempre.
Riporto solo una frase che mi è rimasta impressa…alla domanda della madre se
lei parlasse mai di Dio con i suoi amici risponde…”No, non parlo mai di Dio…non
conta tanto parlare di Dio. Io lo devo DARE!” Ecco la differenza! È l’esperienza,
la vita vissuta, la capacità di fare delle scelte, di decidersi nel concreto
per Gesù e non soltanto a parole.
Autrice: Elena Tessaro
Il cristianesimo non è una morale…anche qui argomento molto attuale…non è una serie di precetti morali!
RispondiEliminaPenso che questa frase sia la chiave di questo argomento da te trattato, Fabio.
La gente che oggi rifiuta il cristianesimo è stufo di sentirsi guidato su ciò che è giusto fare e non fare: forse è un'offesa alla loro libera scelta.
Il cristianesimo non è una ideologia, non è solo moralismo, non è questione di sola etica.
Il cristianesimo è amore, e per amare bisogna essere sollecitati ad amare da chi è preposto alla evangelizzazione, a proporre una storia di un uomo-dio che ama e vuole essere amato, che ha amato fino a dare la sua vita per la salvezza dell'uomo.
I santi sono coloro che hanno capito questo e si sono distaccati dalle regole umane per scegliere l'amore di Dio.
Purtroppo molti intravedono questo cammino, vedi Kierkegaard,ma non sono capaci di affrontare il futuro; altri, e sono molti, non hanno ricevuto lo stimolo da chi avrebbero potuto riceverlo, e si sono arenati.O no!!
Ciao, io penso che Chiara Luce sia una testimonianza, di Fede vissuta, di Carità praticata, di Speranza che Dio ci prende la mano sempre, anche se non ci accorgiamo mai! Chiara mi ha insegnato a vivere, e senza questa testimone tutti noi saremmo molto più poveri di quello che siamo. Parla uno che non vuole sentire parlare di Dio e riconosce che chi parla di Dio è uno stolto, perchè dovrebbe cucirsi la bocca. Dio è VITA non parola...... CUCITEVI LA BOCCA PRETI E VESCOVI DELLA DOMENICA! E CONTEMPLATE IN SILENZIO LA VITA!
RispondiEliminaANDY
Chiara Luce Badano partecipava quotidianamente alla Santa Messa istituita da Gesù Cristo. Il suo impegno era di vivere lo straordinario messaggio del Vangelo. Non puoi prendere ad esempio Chiara senza dimenticare questo, perché è questo che le dava la gioia di vivere ;-)
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